Cacciari: “Quelle di Salvini sono mosse elettorali E sul ddl Zan vedo tattica, pochi valori”
Secondo lei arriveranno alla federazione o al partito unico di centrodestra?
«Partito o non partito, quel che è certo è che possono muoversi anche divisi, ma colpiranno uniti. A differenza del centrosinistra, che procede diviso e colpisce ancora più diviso. Non faranno nessun partito unico, si inventeranno una federazione o qualcosa per far parlare di sé».
Sulle amministrative però anche loro hanno problemi a trovare i candidati, no?
«Non trovano candidati forti, mentre gli altri non trovano né candidati forti né la possibilità di stare uniti. Candidati forti a fare i sindaci non se ne trovano più: non puoi farlo quando sei il terminale di tutti i disagi di questo mondo, con poteri limitatissimi e stipendi che sono un quarto o un quinto di un deputato».
Gli altri sono Pd e Cinque stelle: come finirà secondo lei lo scontro Grillo-Conte?
«Il M5S è in stato comatoso, ma dal coma ci si può riprendere. Secondo me Grillo e Conte arriveranno a un accordo, ed entrambi perderanno un po’ di faccia».
E un po’ di elettori?
«Quelli che dovevano perdere li hanno già persi. Non ne perderanno altri se troveranno uno straccio di accordo. Mentre se si dividono, si salvi chi può. Vale anche per il Pd: cosa fa alle amministrative senza accordo coi Cinque stelle? Perde ovunque».
Il Pd ha sbagliato a cercare l’accordo coi Cinque stelle?
«Non è stata una scelta ma uno stato di necessità. Poi il destino lo puoi seguire in modo più intelligente: seguirlo a calci nel sedere non è il modo migliore. Bisognava dare una veste di strategia, una dignità a questo stato di necessità».
Intanto anche in Parlamento si rischiano problemi: sul ddl Zan sta prendendo forma una maggioranza contraria centrodestra-Italia viva…
«Renzi ha bisogno di posizionarsi verso il centro, ora che ha abbandonato ogni pretesa di essere un leader di sinistra. È tutta tattica, inutile cercare i valori. Tutti questi sono movimenti interni di forze politiche con gruppi dirigenti debolissimi e senza radicamento sociale che cercano un posizionamento».
Fa bene Letta a puntare su temi come il ddl Zan o lo ius soli?
«Non si fa che dire “dì qualcosa di sinistra”, qualcosa doveva pur dire… Dopodiché la politica si fa con armi più solide che dire qualcosa, vanno create iniziative, bisogna dare continuità a livello di base. Letta fa bene a tirare fuori questi temi, ma non porteranno un voto solo. Oggi quello che interessa agli italiani è altro: ad esempio come spendere i soldi europei».
Fra un mese parte il semestre bianco: assisteremo ad altri tentativi rumorosi di posizionamento dai partiti?
«Assisteremo a un moltiplicazione di spettacolini, una mini campagna elettorale all’ombra di Draghi, ma senza reali pericoli per il governo. Poi si arriverà all’elezione del Capo dello Stato, e lì vedremo cosa faranno Mattarella e Draghi».
Lei cosa prevede?
«L’unica persona su cui può accordarsi questo Parlamento è Draghi, altrimenti si apre un casino dell’inferno sia sul Quirinale che sulla presidenza del consiglio. Ma se Draghi venisse eletto chi va al suo posto? Diventerebbe molto complicato. Io mi auguro che Draghi arrivi alla scadenza della legislatura e Mattarella faccia il beau geste di Napolitano, fermandosi ancora due o tre anni a fare il nonno della Patria».
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