Cdm: passa all’unanimità la riforma del processo penale | M5s in crisi sulla prescrizione: Draghi e Cartabia mediano

L’irritazione del centrodestra e di Iv per le modifiche apportate

Tutto bene? No, perché quando il Cdm inizia con due ore di ritardo, Renato Brunetta per Fi ha chiesto una sospensione: le carte in tavola sono state cambiate all’ultimo, si va in una direzione poco gradita agli azzurri. Cartabia però ha rassicurato che non ci sono automatismi per gli allungamenti dei tempi di appello e Cassazione per i reati contro la Pa: il processo può essere prolungato massimo di un anno – ma il termine potrebbe ridursi – per particolare complessità del procedimento, dovuta al numero delle parti o delle imputazioni. “Sostenete questa riforma?”, ha domandato Draghi. Alla fine il sì dei ministri è unanime, sotto forma di silenzio assenso.

Le reazioni, Iv: “La mediazione non cambia la sostanza” La Lega (unico partito a smarcarsi finora in Cdm con l’astensione sul decreto Covid) rivendica di aver mediato per l’intesa e di aver scongiurato che scomparisse il carcere, grazie ai riti alternativi, per reati gravi come associazione per delinquere e corruzione. Iv sottolinea come le modifiche fatte per accontentare i Cinque stelle non cambino la sostanza (“La riforma Bonafede è in soffitta”, ha detto Enrico Costa, di Azione), ma siano state fatte solo a favore di telecamere: in Parlamento – dicono i renziani – si lavorerà per limare il testo. Il Pd ricorda a tutti quanto la riforma della giustizia sia essenziale per ottenere i fondi del Recovery plan. E per quella credibilità del Paese su cui Draghi punta con forza. Alla Camera, dove il testo è atteso in Aula il 23 luglio, si aprirà una nuova partita. Ai ministri (Cinque stelle su tutti) il compito di far rispettare l’impegno alla “lealtà” e non provare a stravolgere il testo.

TGCOM

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