Riforma della giustizia, Draghi ai partiti: va approvata così com’è. La furia dei contiani

La battaglia si sposta in Parlamento, dove il tema politico è la tenuta dei 5 Stelle. Sono infuriati per il merito, ma anche per il metodo. Rimproverano a Palazzo Chigi di aver portato sul tavolo del Cdm un tema identitario come la prescrizione, proprio ora che il Movimento è allo sbando e senza un leader. Parlamentari pronti alle barricate e «big» divisi tra istinti di lotta e responsabilità di governo. Falchi da una parte e colombe dall’altra, con il paradosso che ai tavoli delle trattative i ruoli si sono invertiti. I pentastellati che guardano a Grillo erano disposti a digerire la proposta Cartabia, mentre quelli che vogliono Conte leader sono arrivati a minacciare l’uscita dalla maggioranza: «Non possiamo stare al governo solo per incassare schiaffi e umiliazioni». In riunione con alcuni parlamentari, Lucia Azzolina l’avrebbe messa in questi termini: «Risolti i problemi interni, servirà una verifica politica sull’azione del governo, che su alcune questioni mostra grosse lacune e segni di stanchezza di alcuni membri dell’esecutivo».

La storia di un pericolo scampato è scritta nelle chat di attivisti e parlamentari, che per tutto il giorno fanno rullare i tamburi in difesa della prescrizione modello Bonafede. «Bisogna uscire da questo governo», è il tam tam, con Alessandro Di Battista che intercetta gli umori della base e alle cinque della sera spedisce dalla Bolivia una cartolina in cui accusa il governo di aver impacchettato «un maxi regalo all’impunità, ovvero ai ladri». La tensione è al limite, il Cdm inizia con due ore di ritardo.

Alle sei, quando il capo delegazione Patuanelli arriva a Palazzo Chigi, i ministri del M5S fanno il punto e poi si chiudono con Draghi e Cartabia. A portare l’aut aut del Movimento è Luigi Di Maio: «Il testo così come ci è stato proposto non possiamo votarlo. Abbiamo la forza parlamentare per fermare gli emendamenti in aula e quindi in Cdm ci asterremo». A quel punto il capo del governo e la Guardasigilli tirano fuori la proposta di mediazione che va incontro alle proteste dei pentastellati. Corruzione e concussione saranno inseriti tra i reati per i quali lo stop alla prescrizione scatta in tempi più lunghi.

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