Italia in finale: dalle feste ai tafferugli, il Viminale prepara il piano. «Presenza massiccia»
(Lapresse)
ROMA Anche martedì notte si è visto di tutto: i tetti degli autobus usati come pedane da discoteca o palchi dai quali aizzare la folla e fare spogliarelli. Pattuglie delle forze dell’ordine in balìa della folla, con bravate di chi è saltato sui cofani delle volanti e chi ha shakerato gli agenti a bordo, scuotendo le vetture che a fatica fendevano la marea umana. I bagni nelle fontane storiche (ma questo ormai è il minimo) e i colpi di pistola dalle finestre, come è successo a Napoli. Ovunque, da Nord a Sud, assembramenti e totale assenza di mascherine nel corso dei festeggiamenti nelle piazze italiane per la vittoria dell’Italia sulla Spagna. A 48 ore dalla finale di Wembley contro l’Inghilterra sale la preoccupazione del Viminale e delle autorità sanitarie per quello che potrebbe accadere domenica notte nel caso gli azzurri dovessero aggiudicarsi gli Europei.
Lo scenario
Lo scenario scontato è quello di milioni di persone in strada, tutte nello stesso momento, per festeggiare la Nazionale. Dalle città ai centri meno grandi, visto che basta scorrere i video sui social per rendersi conto che affollamenti a rischio contagio si sono avuti a Foligno e Caltanissetta, e non solo a Roma e Torino. I vertici dell’ordine pubblico monitorano la situazione, studiano soluzioni per prevenire assembramenti e tafferugli, reggere alle provocazioni, e per quanto possibile incanalare e gestire l’incontenibile entusiasmo provocato da una vittoria dell’Italia. Senza escludere allo stesso tempo la rabbia per la delusione di un’eventuale sconfitta. Un quadro complesso, con la consapevolezza che gestire la folla non è mai una cosa semplice, tanto più che il numero di contagi da variante Delta sale anche nel nostro Paese.
Il punto
Oggi sarà il giorno decisivo per fare il punto della situazione perché nelle prefetture saranno completate le riunioni dei comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica. Nel frattempo le amministrazioni comunali hanno già iniziato a procedere in ordine sparso: a Pordenone, ad esempio, sì al maxi schermo in piazza XX Settembre con posto prenotato e mascherina obbligatoria, divieto di portare bevande in vetro e lattina, e spray urticanti, invece a Treviso no agli assembramenti con la sospensione da parte del Comune delle «autorizzazioni espresse o tacite, comprese quelle già rilasciate, allo svolgimento di ogni forma di intrattenimento nelle aree esterne di bar, pub e simili esercizi». Maxi schermo a Villa Bottini a Lucca e dubbi a Palermo, con il sindaco Leoluca Orlando che avverte: «Il divieto o l’ordinanza non può essere un alibi per il disimpegno». Mentre il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ricorda che «se in piazza c’è anche un solo positivo alla variante Delta e intorno solo il 20% di vaccinati, ci sono buone chance che si determinino tanti micro satelliti di infezione che potrebbero diventare focolai» quando le persone si incrociano con chi non ha ricevuto il siero.
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