Il passo indietro dei 5 Stelle
Oltre a essere, con la legge “spazzacorrotti”, un elemento fortemente identitario della natura giustizialista e anti-sistema del Movimento dei suoi bei tempi (erede, ma se possibile anche più intransigente della Lega che faceva penzolare i cappi in Parlamento trent’anni fa), l’abolizione della prescrizione rappresentò infatti nel 2019 una delle più clamorose fregature, imposta obtorto collo dai 5 stelle a un Pd allora formalmente garantista, in cambio della partecipazione al governo giallorosso. I pentastellati avevano infatti garantito a Zingaretti che la cancellazione della prescrizione sarebbe stata mitigata da una successiva legge che avrebbe trovato il modo di dare tempi certi ai processi. Riforma rinviata con qualsiasi espediente e mai messa realmente in cantiere da Conte e Bonafede, malgrado le continue proteste dei democrat, solo oggi ripagati. E che adesso, nel momento più difficile dei 5 stelle, Draghi e Cartabia sono riusciti a imporre a un Movimento ormai esanime, e all’«avvocato del popolo» che stenta a prenderne la guida. Tal che si può dire, una volta tanto, che finalmente giustizia è fatta.
LA STAMPA
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