Giorgia Meloni: “Sul ddl Zan nessuna fobia, idee diverse. La sinistra usa i gay come scudi umani”
Come valuta il compromesso sul blocco dei licenziamenti?
«Secondo
me è un tema secondario, la questione principale è impedire che le
aziende chiudano, perché la gente sempre in mezzo alla strada si
ritrova. Le risorse andavano messe sulla continuità aziendale e per
mantenere i livelli occupazionali. Serve, e l’ho detto anche a Draghi,
un piano triennale di incentivi fiscali e burocratici per le aziende che
oggi fanno il sacrificio di tenere aperto, perché per molti
imprenditori può essere più vantaggioso chiudere».
Dica la verità, si sta bene all’opposizione, almeno a giudicare dai sondaggi…
«C’è
un lavoro immenso da fare, va sempre considerato che Fratelli d’Italia
ha solo il 5% dei parlamentari: ogni deputato e senatore fa il lavoro di
quattro persone, ma riusciamo a essere presenti nel dibattito e a
promuovere iniziative. Leggo spesso che “Meloni ha fatto la scelta
comoda”, ma ricordo che a febbraio la vulgata generale era “sono morti,
spacciati”. È stata una scelta per convinzione e non per convenienza,
evidentemente vedere qualcuno che fa quello che dice paga in termini di
consenso».
È un caso che, all’opposizione, siete diventati il primo partito o quasi?
«Non
dipende dal fatto che siamo all’opposizione, ma dalla concretezza e
dalla coerenza della nostra proposta, dall’avere una parola sola e
mantenerla. Non stiamo lì a gridare tanto per gridare, quando non siamo
d’accordo lo diciamo e, in questo senso, abbiamo meno vincoli rispetto a
chi sta in maggioranza. Penso che così facciamo un servizio alla
nazione».
Giorgia Meloni leader inizia a diventare un problema a destra?
«Ma pure a sinistra, glielo assicuro!
Io sono contenta di come ci stiamo muovendo come centrodestra, su tutte
le questioni fondamentali. Facciamo scelte condivise, abbiamo candidati
unitari in tutte le città. Noi stiamo insieme per compatibilità di
idee, gli altri solo per interesse».
Ma queste elezioni amministrative volete vincerle davvero? Non sembrano candidati di alto profilo…
«Certo
che vogliamo vincere, io sono convinta che abbiamo fatto scelte
competitive, selezionando sindaci, non candidati. Persone all’altezza
del compito, autorevoli e competenti, magari meno note, che ora dobbiamo
far conoscere, costruendo la loro candidatura».
Nicola Zingaretti ha detto, proprio qui a La Stampa, che vincono loro 5-0. Come replica?
«Ne
riparliamo il 12 ottobre, io, lei e Zingaretti. Non faccio pronostici,
perché sono troppo intelligente o forse troppo scaramantica. Ma sono
molto ottimista sul risultato».
Ottimista anche sulla sua leadership del centrodestra? La spunta lei nella competizione con Salvini?
«Non
c’è competizione, solo un sano criterio meritocratico. Tutti i giorni
sui giornali c’è scritto che io e Salvini ci odiamo, che ci tiriamo i
cartoccetti. Noi, invece, ci mandiamo i messaggini per riderci su,
perché sono ricostruzioni totalmente fantasiose. Secondo le regole che
ci siamo dati nel centrodestra, chi prende più voti alle elezioni indica
il premier».
E nel caso di Fratelli d’Italia sarà lei. Con Salvini vice?
«Ma
dai, mi pare che sia messo bene, non mi pare sia in difficoltà. Tra noi
c’è un meccanismo di lealtà reciproca. Nel 2018, io più di chiunque
altro chiesi a Mattarella di dare l’incarico a Salvini per formare un
governo di centrodestra».
Se lei vince le elezioni e diventa premier, chi è il suo ministro dell’Economia?
«Intanto vinciamo, poi si scelgono i ministri. Ma lei non si preoccupi, i nomi ce li ho tutti in testa».
Quindi ne avete già parlato con Salvini e Berlusconi?
«No, è la mia lista personale, che poi ovviamente si discute e si media con gli alleati».
Pensa anche a tecnici?
«Dipende cosa si intende per tecnici, io penso ai migliori, quindi anche figure non politiche».
A proposito, Draghi può essere un buon presidente della Repubblica?
«Non
sono in grado di dirglielo adesso, non ho chiara la sua figura a 360
gradi. Sicuramente è una persona di estrema autorevolezza. Dalla sua
parte c’è il fatto che, se lui va al Quirinale, ragionevolmente si
andrebbe a votare e questo mi fa propendere per questa soluzione».
Ma lei ce l’ha un candidato per il Colle? Berlusconi?
«Ho delle idee in testa. E Berlusconi, se ci fosse la possibilità, avrebbe il mio sostegno».
Chiudiamo sull’Italia di Mancini, in finale agli Europei: vinciamo?
«Anche qui niente pronostici, ma è una bella squadra, che ci sta dando grandi soddisfazioni. Mi hanno emozionato, faccio i complimenti al nostro ct. Ora Italia-Inghilterra a Wembley e mi viene in mente Fantozzi: anche io sarò davanti alla tv con la frittatona di cipolle. Di certo non vedrò “La Corazzata Potemkin”».
LA STAMPA
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