Matteo Renzi a Huffpost: “La destra è maggioranza, sul Quirinale si tratta anche con loro”

Se il ddl Zan sarà affossato, lei sarà il principale indiziato, anche perché ancora non mi ha detto come voterà sugli emendamenti.

Noi voteremo come alla Camera, lo sa. Ma se viene affossata sarà colpa di chi non si è preoccupato dei diritti da allargare, ma preferisce avere bandierine da ostentare. Non mi interessa quello che diranno. Sono in una fase della mia vita in cui faccio battaglie a viso aperto perché non ho niente da perdere. Ero da solo contro Conte sei mesi fa, sono andato “controcorrente” come scrivo nel mio libro e ora c’è Draghi.

Dice Orlando: basta giochetti, è l’ora della responsabilità. Insomma, di dire  da che parte stare.

Orlando a me? Dovrebbe dirci lui da che parte stare. Mi ricorda quando diceva “Conte o morte” e “mai al Governo con la Lega” nemmeno se a guidarlo ci fosse Superman. È uomo di nobili principi: lo hanno fatto ministro e ha cambiato idea. Con Berlusconi faceva il ministro all’Ambiente, con Alfano alla Giustizia, con Salvini al Lavoro: però ha sempre la faccia di uno che lo fa controvoglia. Sembra che glielo abbia imposto il medico di stare sempre aggrappato a un dicastero. Quando c’era il Pci facevano corsi di formazione politica seria.

La sensazione è che su questo terreno si gioca l’ennesima tappa del dualismo tra lei e Letta. Lei vuole dare un colpo a Letta e Letta, dopo che ha parlato lei, non prende in considerazione l’idea di un compromesso.

Neanche per idea. Mi piange il cuore vedere tanti senatori del Pd tacere in pubblico e lamentarsi in privato. De Angelis, come si diceva una volta, il problema è politico. Se il Pd vuole seguire Fedez, prego: io me lo ricordo quando attaccava Napolitano o faceva canzoni omofobe. Se il Pd vuole abbandonare il riformismo per il sondaggismo, auguri: faranno velocemente accordi con Casalino.  

Eppure su Letta, non mi ha convinto.

Letta, ai tempi della scorsa crisi di Governo, disse che io portavo l’Italia a essere “pizza e mandolino”. È arrivato Draghi. Non so che fine ha fatto il mandolino, ma so che avevamo ragione noi e non Letta. Come abbiamo ragione a mettere in guardia sul ddl Zan.

Cosa risponde a chi dice che sta flirtando con il centrodestra oggi in vista del Quirinale? Cioè che si prepara a eleggere con Salvini il prossimo capo dello Stato.

Approfitto della ruvida schiettezza che c’è tra noi, per rispondere chiaro a questa idiozia.  

Prego, con ruvidezza però.

Chi dice certe cose non capisce nulla di matematica, prima ancora che di politica. La platea per l’elezione del capo dello Stato è di circa mille persone. Il centrodestra ha il 45 per cento. Non è la legge Zan che prevede il ruolo del centrodestra, è la matematica. Nel 2015, 2013, 2006, 1999 la sinistra aveva la maggioranza relativa, come la Dc fino al 1992. Nel 2022 per la prima volta nella storia la destra avrà la maggioranza relativa. Non siamo noi che coinvolgiamo la destra: la destra unita è maggioranza relativa, quasi assoluta.

Sulla giustizia è d’accordo con i referendum di Salvini, a partire dalla separazione delle carriere?

Ho detto che preferisco le riforme in Parlamento, altrimenti può essere un utile stimolo. Parliamoci chiaro, è stato creato uno scandalo ad hoc sulla vicenda Csm, ma….

Eh no, la interrompo: non è stato creato, è oggettivo.  Le devo ricordare gli incontri di Luca Lotti e Cosimo Ferri con Luca Palamara?

Eh no lo dico io. A parte il sottoscritto, le cene le facevano tutti, non solo quei tre. Sembra che fossero gli unici, ma se vogliamo essere sinceri facciamo l’elenco di tutte le cene di quegli anni. Non c’era settimana in cui Legnini non fosse protagonista di qualche salotto. Ed Ermini come viene scelto, secondo lei? Mica per curriculum, ma come frutto degli accordi di quelle cene. Fanno finta tutti di essere mammolette, ma la verità è molto diversa. E nel libro ho iniziato a parlarne, denunciando l’ipocrisia di chi racconta cose solo in parte. Comunque io sono per il sorteggio al Csm, che è l’unica cosa che fa paura alle correnti, questa è la questione vera. 

Matteo Renzi,
Matteo Renzi, Controcorrente

Lei dice che aveva ragione su Draghi e ora sul ddl Zan. Ma come si spiega che il suo potere di interdizione da Ghino di Tacco, tutto parlamentare, non si traduce in consensi nel paese? Perché non fa questa riflessione?

Lei solleva un tema vero, anche se va visto alle elezioni e non nei sondaggi, ma comunque il tema del consenso esiste. Mi pare significativo che il popolo della sinistra – istigato da una lunga serie di notizie su di me false – preferisca a me la Meloni o chi scatena campagne d’odio. Pero le confesso che sono in una fase in cui non seguo i sondaggi: preferisco rivendicare la competenza, rispetto alla piacioneria, la verità alla popolarità dei fatti.

Sono più volte che nomina la parola “odio”. Si sente odiato? E chi è il mandante?

Nel mio libro racconto molte cose: le diffamazioni, le tante indagini in cui sono coinvolto in modo clamoroso, le polemiche politiche. Controcorrente per me è l’occasione per togliermi qualche sassolino. Racconto anche di un colloquio con Dario Franceschini, di quelli che umanamente restano. Mi disse: “Non ti ho chiamato per farti cambiare idea, lo so che non la cambi, ti ho chiamato per dirti che mi dispiace”. E aggiunse: “Non sai cosa ti stanno preparando contro, ti massacreranno anche sul personale, ti aggrediranno a tutti i livelli, non solo sui social”. È quello che è accaduto. Con Dario abbiamo idee opposte, ma ci siamo sempre detti tutto in faccia.

Nel libro racconta che Zingaretti le scrive, in un sms: “Avanti così, a Natale ci rincorrono con i forconi”. Non vedo la notizia: un conto è chiedere una “svolta”, altro è tirare giù il Governo.

Ho scelto l’sms più morbido, diceva anche di peggio. Il mio giudizio su Conte era condiviso, poi vedo che l’ha detto anche Grillo che è un incapace…. Comunque il Governo lo hanno tirato giù da soli con la propria inettitudine. E il tempo lo sta dimostrando a cominciare dalla vicenda vaccini.

Ma su cosa è saltato il Conte ter, su Maria Elena Boschi?

No, macché! Maria Elena è una donna intelligente e appena ha visto che rischiava di tornare nell’occhio del ciclone si è tirata indietro da sola. Ha fatto benissimo.

Allora su cosa?

È mancata invece la politica, come spiego con dovizia di particolari nel testo. Non abbiamo rotto sui nomi anche se è stata incredibile la loro resistenza su Bonafede. A un certo punto, alle sette di sera, l’assetto del Conte ter è questo: Orlando vicepremier con delega all’Ambiente, Bonafede vicepremier con delega all’Internp. Sottosegretario a Palazzo Chigi Fraccaro o comunque un uomo di Conte, gli Esteri a Di Maio. Eh no, ho detto. In questo monocolore Cinque stelle mica si possono tenere fuori Di Battista e la Taverna. Scherzi a parte, era inaccettabile. Volevo la svolta su vaccini, economia e ruolo internazionale. E questi giocavano alle figurine. Ho detto che non avrei votato la fiducia a questa pagliacciata.

Come va a finire la crisi dei Cinque stelle. Faccia la sua previsione.

Sono morti, punto. Però non lo sanno. Quindi non diciamoglielo per favore. Lo capiranno tra qualche mese.

L’HUFFPOST

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