G20, Visco: “L’economia spinta in un territorio sconosciuto”. Franco: “Il Recovery non è panacea”
Entrano nel vivo i lavori del G20 finanziario di Venezia. Nel giorno in cui partono le sessioni che vedono come protagonisti i ministri dell’economia dei principali Paesi mondiali, i governatori delle banche centrali, il gotha dell’economia mondiale al centro delle discussioni finisco subito tasse e lotta al cambiamento climatico. A metterli al centro dell’agenda è il padrone di casa, il ministro dell’Economia italiano Daniele Franco, secondo cui si tratta di due temi cruciali. «Il G20 deve essere la forza trainante per il cambiamento climatico», ha detto al Simposio di alto livello sulla fiscalità. «Oggi dobbiamo affrontare questioni difficili e importanti per ri-orientare le nostre economie verso un futuro low carbon: ce lo impone il pianeta e la posta in giorno è molto alta», ha spiegato. E ha anche aggiunto però che, «la crescita quest’anno sarà almeno del 5%, ma dobbiamo ricordare che la nostra sfida principale rimane aumentare strutturalmente la crescita. E questo richiede un aumento della produttività in Italia». In questo orizzonte il Recovery Plan potrà dare uno shock positivo «ma non sarà una panacea» ai problemi del Paese.
A seguirlo in questa direzione anche il segretario del Tesoro, Janet Yellen, il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, e la direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva. «I Paesi del G20 hanno una grande responsabilità nell’adottare i prossimi passi necessari a portare un approccio alla decarbonizzazione all’interno delle nostre economie e prendere decisioni difficili dal punto di vista economico. Siamo responsabili per oltre l’80% delle emissioni globali quindi è nostra responsabilità adottare misure e farlo subito», ha detto Yellen, mentre la direttrice del Fmi ha chiesto un «forte segnale sui prezzi delle emissioni di Co2» per centrare gli obiettivi al 2050.
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