Sondaggio Legge Zan, maggioranza per il sì. Ma un italiano su due ne sa poco

di Nando Pagnoncelli

Sondaggio Legge Zan, maggioranza per il sì. Ma un italiano su due ne sa poco

A fronte del clima sociale in netto miglioramento rispetto ai mesi scorsi si contrappongono forti divisioni politiche su un tema al centro del dibattito, il disegno di legge Zan. Sono divisioni all’interno delle forze che sostengono la maggioranza e secondo alcuni commentatori potrebbero rappresentare una minaccia per la tenuta del governo. Solo una minoranza degli italiani (14%) si è informato sui contenuti del ddl e ha seguito con attenzione il confronto tra i partiti, il 38% ha seguito abbastanza la questione, il 38% ne ha solo sentito parlare e il 10% ignora il tema.

Nel complesso prevalgono i favorevoli al provvedimento, infatti il 37% si dichiara d’accordo e lo considera prioritario e il 14%, pur mostrandosi favorevole, lo considera un tema poco importante. Viceversa, il 13% disapprova il testo attuale e ritiene che debba essere modificato almeno in parte e il 10% è nettamente contrario. Ma un italiano su quattro (26%) non è in grado di esprimere un giudizio. Le opinioni differiscono in relazione all’orientamento di voto, con gli elettori pentastellati e del centrosinistra nettamente più favorevoli. Tuttavia fa riflettere la quota non marginale (anche se minoritaria) di elettori del centrodestra favorevoli, in particolare tra i sostenitori di FI e delle formazioni «centriste» (il 27% lo considera prioritario e un altro 21% è favorevole). Il consenso è nettamente più elevato tra le persone più informate. E anche tra i cattolici praticanti prevalgono i favorevoli.

Una delle questioni più controverse riguarda il fatto che con il testo attuale si potrebbe mettere a rischio la libertà di opinione di coloro che non accettano orientamenti o comportamenti diversi da quelli eterosessuali o il concetto di «identità di genere». Le opinioni si dividono: il 34% non ritiene che vi sia questo rischio (con picchi del 56% tra gli elettori dem e del 46% tra i pentastellati), il 27% è di parere opposto (47% tra gli elettori di FdI e 43% tra i leghisti), mentre la maggioranza relativa (39%) non prende posizione. In questo caso i credenti sono molto divisi.

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