Sondaggio Legge Zan, maggioranza per il sì. Ma un italiano su due ne sa poco
Nei giorni scorsi Matteo Renzi ha proposto di introdurre due modifiche al testo: una prevede di togliere il termine «identità di genere», l’altra intende assicurare che la legge preveda il rispetto «dell’autonomia scolastica» a proposito delle iniziative contro l’omofobia nelle scuole. Anche in questo caso si registra una quota molto elevata (43%) di intervistati che non si esprimono; tra gli altri il 17% si dichiara a favore delle proposte (40% tra gli elettori di FI, 33% tra quelli di FdI e 29% tra i leghisti), un altro 17%, pur ritenendo che non migliorino il testo, sono a favore per ragioni tattiche (consentirebbero di far approvare la legge), mentre il 23% reputa che le proposte vadano respinte perché renderebbero meno incisiva la legge (45% tra i dem).
È stato avanzato il sospetto che le proposte di Renzi siano motivate da un calcolo politico, dall’intenzione di porsi come interlocutore del centrodestra, anche in vista di un possibile accordo per l’elezione del prossimo capo dello Stato. Quasi un elettore su due (47%) si dichiara molto (19%) o abbastanza (28%) d’accordo con questa interpretazione, mentre il 17% dissente e il 36% non si esprime.
Le opinioni degli italiani riguardo al ddl Zan evidenziano due elementi interessanti: innanzitutto che a dispetto del rilievo mediatico una quota rilevante di cittadini non è informato e fatica a districarsi con le diverse implicazioni del ddl; in secondo luogo si conferma che quando vengono affrontati i temi che hanno risvolti etici le opinioni possono divergere rispetto alle posizioni dei rispettivi partiti. Insomma, le attuali contrapposizioni politiche appaiono assai distoniche rispetto a uno scenario nel quale la maggioranza dei cittadini esprime una ritrovata concordia, un elevato apprezzamento per l’operato del governo e una ripresa di fiducia.
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