Gli interessi di Salvini e Renzi con vista sul Quirinale (e i colloqui con Parolin)
Nei giorni delle consultazioni per il nuovo governo, si consultarono tra loro. Quando Salvini andò da Draghi, Renzi gli consigliò di fare all’uscita un’energica dichiarazione europeista. «Allora, come ti è sembrata?», gli chiese poi il segretario leghista. «Deboluccia. Avresti dovuto dire…». E ciò che Renzi disse, Salvini lo tramutò in una nota d’agenzia. Viceversa, l’altro ieri Salvini ha consigliato Renzi di accettare la soluzione sulla giustizia avanzata dal premier ai grillini: «Tanto poi si spaccano lo stesso». Non che servisse il mago Otelma per prevederlo. Funzionali ai reciproci obiettivi vanno avanti di conserva, sempre attenti a verificare che l’uno non freghi l’altro. E sul ddl Zan Salvini chiede la prova d’amore. «L’ho spiegato — replica Renzi — che il Pd deve mediare sennò va a sbattere a scrutinio segreto». Insomma è tutto pubblico. Non fa più notizia quando (quasi) ogni mattina la Boschi avverte il capogruppo leghista Molinari che «i due Matteo si sono sentiti». E nemmeno che per il Quirinale «la sinistra dovrà trattare con la destra perché loro hanno i numeri», come ha detto all’Huffington Renzi. È da vedere però se Salvini accetterà di appoggiare Casini per il Colle, come gli propone il leader di Iv. E se la Lega accederà al proporzionale, che è l’altro sogno dell’altro Matteo, secondo cui «con una lista del 5% governeremmo l’Italia».
Resta infine da capire se Salvini ha fatto un tuffo nella nuova piscina di casa Renzi a Firenze. In quel caso avrà notato che sul fondo della vasca c’è una scritta: «Costruita con il contributo di Marco Travaglio e altri». Sono i soldi delle querele vinte.
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