Conte tira e non strappa. Ma M5S è ormai logoro

Proprio oggi, dopo una settimana di silenzio, l’ex premier è tornato a parlare con toni duri e pesanti rivolti al Movimento: “Non canterei vittoria, non sono sorridente sulla prescrizione, siamo tornati all’anomalia italiana. Se un processo svanisce per nulla per una durata così breve non può essere una vittoria per lo stato di diritto”. E poi ancora, pur negandolo, arriva l’attacco al governo: “Non è una questione di me contro Draghi. Delle mediazioni erano state offerte, ci sono mille espedienti per assicurare una durata ragionevole dei processi accertando la verità”. Di conseguenza iniziano a muoversi i suoi. Soprattutto coloro che fanno parte della commissione Giustizia della Camera dove il 23 luglio approderà la riforma del processo penale. Commissione che vede i suoi componenti grillini esattamente spaccati a metà. Qualsiasi sia la loro scelta non avrà ripercussioni sulla tenuta della maggioranza, le avrà invece sulla tenuta interna del partito.

Non canterei vittoria, siamo tornati all’anomalia italiana.Giuseppe Conte

Il primo a parlare è il presidente Mario Perantoni: “Ci aspettavamo ben altre soluzioni, è inutile girarci intorno, e quelle sul tavolo non sembrano accettabili. Ogni forza politica farà le proprie scelte”. È l’annuncio di una valanga di emendamenti che una parte dei 5Stelle è pronta a depositare per cambiare il testo, proprio ciò che Mario Draghi voleva evitare quando ha chiesto ai partiti “responsabilità e lealtà in Parlamento”. Giulia Sarti, anche lei deputata M5s della commissione Giustizia, chiede al gruppo di lasciare l’esecutivo: “L’unica cosa da fare adesso è essere coerenti. Non ci sono più le condizioni per restare nel governo Draghi. Fine. Questo sarebbe il vero senso di responsabilità, per chi vuole riempirsi la bocca con belle parole”. Sempre della stessa commissione fanno parte Alfonso Bonafede, l’ex ministro che ha abolito la prescrizione, e Vittorio Ferraresi, colui che lo aiutò a scrivere il testo. Entrambi seguono Conte sulla strada della spaccatura interna. Per l’ex titolare di via Arenula la riforma è stata “annacquata. Ieri M5s è stato drammaticamente uguale alle altre forze politiche”. L’ex sottosegretario Ferraresi attacca ancora più forte: “Se non conti niente, meglio stare fuori dal governo. Combatterò a testa alta affinché questa riforma non diventi legge”.

Ieri in Cdm sulla giustizia M5s è stato drammaticamente uguale alle altre forze politicheAlfonso Bonafede

A questo fuoco di fila risponde una nota ufficiale del Movimento 5 Stelle – che comunque non ha un leader, quindi la si può interpretare come la posizione dei governisti, di coloro che difendono l’accordo, scaricando invece Conte. “I fatti dimostrano che è stato fatto un lavoro che ha consentito di salvare la riforma della prescrizione che gli altri partiti avrebbero voluto cancellare del tutto, con un colpo di penna”. Qui in ballo non c’è più solo la riforma della Giustizia. Ci sono la permanenza nel governo, che in questo momento divide i 5Stelle, e il futuro di Conte all’interno del Movimento sempre più incerto dopo l’ennesima lita con Grillo.

LA STAMPA

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