Conte trama per indebolire il governo Draghi
di BRUNO VESPA
Ogni tentativo di migliorare la giustizia penale si è scontrato nei decenni con forti resistenze da parte soprattutto della magistratura. Ci provarono Anna Finocchiaro (Pd) e Angelino Alfano (FI) e le cose restarono come prima, con tempi di processo incompatibili con un paese moderno. Con l’arrivo dei 5 Stelle al governo la situazione è peggiorata per chi crede nelle garanzie di base: se ogni tentativo di ragionevolezza si schianta sul paracarro del ‘salvaladri’ ci sono pochi margini operativi. La commissione istituita dal ministro Cartabia e guidata dal presidente emerito della Consulta Lattanzi aveva avanzato proposte di buona qualità.
Non tutte hanno retto alle necessità della mediazione politica, soprattutto in termini di prescrizione, ma un passo in avanti è stato compiuto. Vedremo in pratica se e come saranno ridotti i tempi del processo. L’assoluzione dopo sette anni dall’accusa di corruzione in Cassazione di Gianni Alemanno, già ministro e sindaco di Roma, lascia pensare sia in termini di giustizia (fu politicamente e personalmente distrutto) sia in termini di durata, visto che occorrerà aspettare il giudizio di rinvio seppure solo per traffico d’influenza. (Siamo anche il Paese in cui il pubblico ministero Fabio De Pasquale si occupava di Eni ai tempi del suicidio Cagliari, nel 1993, e se ne è occupato ininterrottamente per il trentennio successivo avendo nelle sue mani le sorti di un’azienda strategica come quella). Fiaccata dallo scandalo Palamara, la magistratura associata si è adattata alla riforma, ma l’esperienza ci insegna che solo sul campo potremo misurare l’efficacia delle novità.
Le concessioni fatte da Draghi per ottenere il voto favorevole dei 5 Stelle hanno rivelato peraltro una spaccatura nel MoVimento di non poco conto. Chi ha catalogato frettolosamente Grillo tra gli estremisti e Conte tra i moderati deve rifare i calcoli. Che Grillo fosse governativo fin nel midollo lo sapevamo, al di là delle sparate e dei Vaffa. Rottura impensabile, quindi, con Draghi. Non ci aspettavamo un Conte che guida da remoto la contestazione alla pattuglia ministeriale dei 5 Stelle. Furibondo per il ridimensionamento della sua riforma, Bonafede chiede vendetta a Conte contro Di Maio, accusato di aver ceduto. Per capire l’aria che tira, basta guardare ‘Il Fatto quotidiano’ di ieri, house organ di Conte : “I 5 Stelle vanno in prescrizione” con una vignetta che vede Grillo, Di Maio e Patuanelli ai piedi di Draghi.
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