Ma il pallone non ci salverà

La terza priorità riguarda la riforma degli ammortizzatori sociali e, in generale, delle “reti di protezione” per chi si trova in difficoltà senza averne colpa. Sappiamo che gli strumenti esistenti sono troppi e troppo complessi. Ne abbiamo avuto prova durante la crisi Covid, come evidenziato non solo dall’iniziale lentezza nell’erogazione della cassa integrazione, ma anche dalla necessità di introdurre un nuovo strumento (il reddito di emergenza) per supplire alle carenze del reddito di cittadinanza. Il sistema va riformate e forse potenziato in termini di risorse. Spero che non si faccia anche questa riforma in deficit: visto quanto è cresciuta la spesa pubblica negli ultimi anni, varrebbe la pena rispendere presto una seria revisione della spesa (il Pnrr contiene solo vaghi impegni in proposito). Continuo a pensare che, con la ripresa economica, lo sblocco dei licenziamenti non causerà la temuta esplosione (fra l’altro i recenti casi tipo Gkn non centrano nulla con lo sblocco perché i licenziamenti per chiusura di aziende in Italia erano permessi anche prima). Ma rivedere il sistema degli ammortizzatori sociali aiuterebbe a rasserenare un clima che sta diventando un po’ teso.

Queste le priorità. Altre cose sono naturalmente importanti (la riforma della pubblica amministrazione, la riforma fiscale, la concorrenza), ma occorre focalizzarsi su poche cose nei prossimi mesi per essere sicuri di portare a case risultati prima delle incertezze che deriveranno dalla questione, ancora irrisolta, della successione del presidente Mattarella e delle relative conseguenze per il governo Draghi.

LA STAMPA

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