Nicola Zingaretti regala case agli abusivi. La Regione Lazio premia chi occupa
Attualmente, nell’immobile si registra la presenza di «almeno 30 nuclei familiari per un totale di 69 occupanti. Ma l’atto della Regione ripercorre la storia dello stabile di via Maria Adelaide, divenuto di proprietà regionale nel 1979 come sede istituzionale di uffici e assessorati e classificato come patrimonio disponibili. L’occupazione abusiva risale invece al 2005 quando, «a seguito della necessità di prevedere interventi di manutenzione, l’immobile fu liberato dagli uffici regionale e a dicembre 2005, dopo il rilascio e prima che venissero effettuati i lavori, fu occupato arbitrariamente da numerose famiglie bisognose di un alloggio».
Si trattava di 74 nuclei familiari, per un totale di 178 occupanti. La Regione, il 15 novembre 2007, per tutelare i propri interessi, tentò una mediazione con il Comune di Roma e l’organizzazione «Action», stabilendo di alienare l’immobile ponendo in carico all’acquirente «l’onere di provvedere alla sistemazione temporanea degli occupanti, per un periodo non superiore a un anno, per consentire al Comune di individuare una stabile soluzione alloggiativa» per gli stessi abusivi. La base d’asta per l’immobile era di 11,8 milioni di euro, ma nessuno lo acquistò, evidentemente nessun privato riteneva conveniente comprare un immobile occupato con l’obbligo di dover sistemare 74 famiglie.
Così nel 2014 la Regione decide di revocare la procedura di alienazione, cercando di valorizzare l’immobile quale nuova sede dell’Ater Roma, che, dovendo vendere la propria sede di lungotevere Tor di Nona, manifesta ils maggio scorso «l’interesse all’acquisizione dell’immobile», impegnandosi a trovare una «soluzione all’annosa situazione di occupazione attraverso la definizione di un piano di sistemazione temporanea/definitiva degli attuali occupanti». Soluzione immediatamente accettata dalla Regione Lazio. «Tale richiesta viene condivisa e accolta», si legge nella decisione 33. Alla faccia di migliaia di famiglie in lista d’attesa.
IL TEMPO
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