Covid, se la curva del virus non frena mezza Italia finirà in zona gialla

Paolo Russo

«Iniziare a richiudere mandando le regioni in fascia gialla basandosi solo sui contagi quando i ricoveri si contano sulle dita delle mani non ha senso». «Invece si, perché se aspettiamo di avere nuovamente gli ospedali pieni rischiamo di prendere provvedimenti quando è già tardi». ***Iscriviti alla Newsletter Speciale coronavirus

Sui nuovi criteri che devono regolare il semaforo delle restrizioni esperti, partiti e regioni si dividono, mentre la curva dei contagi si impenna. Tanto che se la crescita continuerà ai ritmi esponenziali degli ultimi giorni, tempo una, due settimane e mezza l’Italia tornerà in giallo. Prospettiva che infiamma la battaglia sui nuovi parametri che decidono i cambi colore, con le regioni in forte pressing per affiancare al parametro dei 50 casi settimanali ogni 100 mila abitanti, che oggi basta a finire in fascia gialla, anche quello dei posti letto occupati in terapia intensiva (20%) e nei reparti di medicina (30%). Criterio che per più di un esperto rischia però di ritardare gli interventi a frittata oramai fatta. La terza soluzione in realtà ci sarebbe e tempo fa l’hanno propugnata gli stessi governatori: «pesare» il numeri dei contagi rispetto alla quota di popolazione vaccinata in ciascuna regione.

Lo scenario tra sette giorni
Ed è appunto quello che ha fatto l’Altems, l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica, che in base al nuovo parametro ha poi calcolato la percentuale di rischio di finire in giallo da qui a una settimana. Che è del 32% per la Sardegna e del 31 per la Sicilia. Il che vuol dire mascherina tirata su anche all’aperto e bar e ristoranti al chiuso serrati dalle 18 da qui a 21 giorni. Seguono poi il Veneto con il 24% di possibilità a sette giorni, Lazio e Campania con il 20%. Il Piemonte sarebbe al 15% di probabilità e la Liguria al 12%.

Covid, se la curva del virus non frena mezza Italia finirà in zona gialla


«È chiaro però che se l’accelerazione dei contagi divenisse esponenziale i rischi di ingresso in zona gialla crescerebbero proporzionalmente» commenta Americo Cicchetti, direttore di Altems. «Alla luce di una progressione diseguale del piano vaccinale – commenta ancora il professore di economia e gestione aziendale – anche le soglie per l’ingresso nelle zone di rischio devono essere modificate. Per questo abbiamo sviluppato una metodologia che fissa nuove e più alte soglie di incidenza dei casi per determinare l’ingresso nelle fasce di rischio, calcolate sulla base delle quote di popolazione immunizzata, poco suscettibile a sviluppare forme severe di malattia». «E i dati mostrano ancora una volta il volto di un’Italia con profili di rischio differenti» conclude il direttore di Altems.Che una simulazione l’ha fatta anche nell’ipotesi più «hard», che in realtà è in linea con l’incremento esponenziale dei casi di questi giorni. Con una crescita via via più alta dei contagi, la Sardegna avrebbe il 72% delle probabilità di tingersi di giallo tra una settimana e la certezza tra due.

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