Covid, se la curva del virus non frena mezza Italia finirà in zona gialla

Stessa cosa la Sicilia, al 53% di possibilità già tra sette giorni, quando al 45% di rischio sarebbe il Veneto, al 43% il Molise, al 37% l’Alto Adige, al 35% la Lombardia, al 34% le Marche. In tutto sette regioni, quasi mezza Italia tinta di giallo da qui a due, tre settimane. Sempre meno però di quello che impiegherebbero le regioni con gli attuali parametri, che non prendono in alcuna considerazione i vaccinati e i guariti. Considerando infatti la popolazione vaccinata anche con una sola dose e i guariti dal Covid, l’incidenza dei casi settimanali per 100mila abitanti che fa entrare nella prima fascia di rischio da 50 contagi com’è oggi salirebbe a 83, ma con differenze da una regione all’altra. Il Lazio allontanerebbe infatti la prospettiva di finire nel primo girone delle restrizioni a 89 casi settimanali, la Puglia a 86, la Lombardia a 84, mentre Toscana e Calabria finirebbero in giallo allo scoccare dei 77 casi settimanali, la Liguria a 80, il Piemonte a 81, l’Emilia Romagna a 82.

Un nuovo modello
Il parametro dei contagi «pesati» in rapporto alla percentuale di immunizzati alza dunque l’asticella che fa scattare il primo livello di restrizioni, ma rispetto al criterio dei posti letto occupati in terapia intensiva e nei reparti di medicina consentirebbe di chiudere comunque la stalla prima di aver lasciato scappare i buoi. Anche perché oggi come oggi il tasso di occupazione dei letti in terapia intensiva è al 2%, lontano anni luce da quel 20% che si vorrebbe introdurre per far scattare il semaforo giallo. Percentuale che potrebbe anche non essere mai raggiunta, visto che per ora i reparti tendono più a svuotarsi che a riempirsi. Ma ancora nessuno può dire se sarà così in seguito, perché l’aumento dei ricoveri segue solitamente di due o tre settimane quello dei contagi. E se è vero che i vaccini, anche con la Delta, proteggono quasi sempre dalle forme più gravi, altrettanto reale è l’aumento dei ricoveri registrato in Gran Bretagna e Israele, che pure hanno una più alta percentuale di vaccinati rispetto a noi, soprattutto tra gli over 50. Tutti elementi che pendono a favore del modello elaborato dalla Cattolica e chiesto fino a ieri a gran voce dalle regioni.

LA STAMPA

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