Orlando: “Ora basta delocalizzazioni sanzioni alle multinazionali in fuga”
PAOLO BARONI
ROMA. Sullo sblocco dei licenziamenti «non si torna indietro, semmai bisognerà fare attenzione a quello che succederà a ottobre ed arrivarci pronti avendo già definito i nuovi ammortizzatori sociali anche per le piccole imprese», sostiene il ministro del Lavoro. Quanto alla fuga delle multinazionale Andrea Orlando vuol proporre al ministro dello Sviluppo di inasprire le sanzioni per chi non rispetta gli accordi. Ma poi servirà avviare un tavolo sull’automotive, perché le crisi di Gianetti e Gkn «sono dei campanelli d’allarme». Intanto con le misure che ha portato ieri in Consiglio dei ministri si da più tempo a Embraco e all’ex Ilva per risolvere i loro problemi.
A che servono queste misure?
«Per
Embraco si tratta di non abbandonare la speranza di produrre un
processo di reindustrilizzazione, che presenta dei problemi, anche
perché nel frattempo ha trovato l’ostacolo del Covid. E visto che ci
sono ancora degli spazi, d’intesa col ministro Giorgetti si è deciso di
consentire al curatore fallimentare di accedere con più facilità e meno
oneri alla cassa per cessazione in modo di avere una ulteriore finestra.
Però bisogna dire con molta chiarezza, a tutti, che in questo caso
specifico si tratta davvero dell’ultimo giro. Dopo è difficile
immaginare altri strumenti di intervento e quindi questi mesi sono
cruciali, e viste anche le polemiche sollevate dalla Regione, credo che
questo tempo vada impiegato da tutti nel far partire davvero un processo
di reindustrializzazione.
E l’ex Ilva?
«Qui
scontiamo l’incertezza nel realizzare il piano ambientale e il
contenzioso che era aperto sino a poco tempo fa, cosa che non consente
ancora di cogliere le opportunità che il mercato offre. In questa
situazione, per i presupposti di legge, non era possibile utilizzare la
cassa ordinaria e quindi si è deciso di estendere all’ex Ilva le 13
settimane già previste dal precedente decreto modificando i requisiti.
Anche questo però deve essere un tempo nel corso del quale il soggetto
pubblico deve completare il percorso di riassetto della governance,
mentre l’amministratore delegato deve ritarare la richiesta degli
ammortizzatori sociali, in relazione alla realizzazione del piano
industriale, richiesta che a nostro avviso è certamente incongrua.
Mentre il tavolo di confronto deve aiutare a trovare delle soluzioni e
per questo ho ritenuto utile proporre che ci fosse anche il ministro
della Transizione ecologica, perché penso che sia un interlocutore
fondamentale per gestire i prossimi passaggi».
Gianetti, Gkn, Whirlpool: cosa si può fare per frenare la fuga delle multinazionali?
«Le
soluzioni, rispetto a soggetti che hanno una dimensione sovranazionale,
vanno cercate sia a livello nazionale sia livello europeo. Non basta la
dimensione nazionale. Da un lato è importante limitare con un salario
minimo europeo il dumping salariale, che alcuni paesi dell’Unione
europea applicano, e dall’altro bisogna utilizzare questa ondata di
finanziamenti che avremo col Recovery plan per responsabilizzare di più
le imprese e legarle con più forza al paese nel quale operano e dal
quale ricevono sussidi, e tutti gli strumenti che vanno in questa
direzione vanno utilizzati. Per questo proporrò al ministro Giorgetti di
confrontarci per rafforzare questo tipo di misure che già esistono ma
che oggi, evidentemente, non sono sufficienti ed incisive. Però c’è un
altro tema da mettere a fuoco…»
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