Licenziamenti, l’onda degli scioperi. Bankitalia: più assunti che posti persi

PAOLO BARONI

Contro i licenziamenti e le delocalizzazioni partono gli scioperi. Per i sindacati dei metalmeccanici le vicende della Gianetti ruote e della Gkn, per non dire della Whirlpool di Napoli, sono più che campanelli d’allarme, ma segnalano un problema serio. Anche se Bankitalia sostiene il contrario perché, stando a via Nazionale, «con la ripresa le nuove assunzioni compenseranno lo sblocco dei licenziamenti». «Occorre mobilitarsi – annunciano invece Fiom, Fim e Uilm – e chiedere al governo di intervenire presso la Confindustria per bloccare i licenziamenti, rispettare l’avviso comune sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali, dare soluzioni alle crisi aperte, aprire con il sindacato tavoli di confronto nei principali settori industriali a partire dall’automotive, dalla siderurgia, dall’elettrodomestico. Scioperiamo – scrivono i tre sindacati – per dire no ai licenziamenti, riformare gli ammortizzatori sociali e difendere l’occupazione».

Proteste e assemblee

A partire da lunedì sono previste due ore di sciopero al livello nazionale che verranno utilizzate per organizzare sino a fine mese assemblee in tutte le aziende metalmeccaniche. Sempre lunedì 19 è in programma a Firenze uno sciopero generale metropolitano di 4 ore, con manifestazione in piazza Santa Croce, in difesa dei 422 lavoratori che la Gkn di Campi Bisenzio ha deciso di licenziare via mail. Sono invece 8 le ore di sciopero proclamate in tutto il gruppo Whirlpool per il 22 luglio quando è prevista una manifestazione nazionale a Roma. In questo caso in ballo ci sono 327 posti di lavoro destinati ad essere cancellati entro settembre, coi sindacati che contestano «l’arroganza dell’azienda che ha aperto le procedure di licenziamento in barba alle richieste di sindacati e governo di utilizzare prima le 13 settimane di cassa integrazione previste dall’intesa sottoscritta da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria con il governo». Le due ore di sciopero indette a livello nazionale, spiega il segretario generale della Uilm Rocco Palombella, sono il «primo passo verso una inevitabile mobilitazione generale». «Come era prevedibile – aggiunge – quello che abbiamo denunciato nei mesi scorsi purtroppo si sta verificando: chiusure di aziende e la conseguente ondata di licenziamenti. Il governo non ci ha ascoltato, cedendo al ricatto di Confindustria. È stato sbagliato sbloccare i licenziamenti ai primi segnali di ripresa e in pochi giorni sono già state avviate procedure di licenziamento per 1.500 lavoratori. Questo è un comportamento di inaudita gravità che ci fa toccare con mano quanto il nostro sistema industriale, in mano a fondi di investimento, sia estremamente a rischio».

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