Il Pd prova a restituire alle Camere il potere legislativo
In realtà, l’articolo 72 della Costituzione non consente di per sè, e dalla sua nascita, l’ammissibilità di alcun maxiemendamento, impedita dall’ obbligo di esame articolo per articolo. E dissolve l’utilità del voto di fiducia. Solo la sistematica, generale violazione di quella norma e di quel procedimento ha portato al dilagare di un fenomeno che ha sfigurato, nell’ordine: le prerogative costituzionali delle Camere, la relazione costituzionale tra Governo e Parlamento, la qualità della nostra legislazione, il diritto dovere dei cittadini di conoscere e rispettare le leggi, con conseguenze giuridiche pesanti. E, a catena, altre conseguenze che qui non trovano spazio. Questa dizione, di per sé, esclude in radice, maxiemendamenti riferiti a più articoli. Per anni, un abuso privo di avalli dei due soggetti titolari del compito di attestare, con diverse gradazioni , la conformità costituzionale dei testi di legge – il capo dello Stato nella promulgazione e la Corte costituzionale – ha prosperato in entrambi i rami del parlamento. Generazioni di presidenti delle Camere si sono ritenuti autorizzati a concedere quello di cui non disponevano, il rispetto della Costituzione. È venuto il momento di tornare alla Costituzione, e lo si potrà fare, forse, grazie alla tardiva resipiscenza del partito democratico. Ma non occorre una norma apposita: basta ammettere l’errore, e ridare a ognuno il suo. Resettare gli archivi delle Camere di prassi e precedenti in contrasto con la Costituzione. Alle Camere la titolarità del procedimento legislativo, e all’interno di questo un ruolo fondamentale dei governi.
LA STAMPA
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