Giovani in lista d’attesa e il virus corre
La variante Delta dominerà nelle prossime settimane e soprattutto tra i giovani. Per molti di loro, il turno di vaccinarsi non è ancora arrivato. La curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia è in ascesa nella maggioranza delle Regioni, con gli under 30 che risultano essere i più colpiti. L’Rt nazionale si impenna, passa in 7 giorni da 0,66 a 0,91 e la previsione dell’Iss è che raggiunga 1,24 la prossima settimana. La situazione torna dunque di allerta con un quadro, dopo alcune settimane di calo dei contagi, totalmente ribaltato. Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, spiega che l’età media dei nuovi casi è scesa a 28 anni, in alcune Regioni si parla addirittura di 23 anni. Le fasce d’età che più di altre stanno contraendo il Covid sono quelle tra 20-29 e 10-19 anni, spesso si tratta di casi asintomatici.
Così si spiega il fatto che non ci sia un sovraccarico delle strutture ospedaliere. Ma solo per ora perché, secondo gli scienziati, la situazione peggiorerà nelle prossime settimane e “centinaia di persone sono a rischio ricovero”. L’evoluzione nel mese di agosto, avverte Brusaferro, “si prospetta con una crescita dell’occupazione in terapia intensiva e area medica ed è possibile che si superi il 10% di occupazione, con centinaia di persone ricoverate. Questo è ovviamente lo scenario peggiore”.
In sostanza la variante Delta “corre molto”, come rileva il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, segnalando “un aumento della trasmissibilità del 60% rispetto alla variante Alfa”. Con il quadro generale che “torna a peggiorare” e con la Delta che galoppa, è il monito di Brusaferro, è cruciale “tracciare i contatti e prevedere le quarantene, ed è opportuno raggiungere quanto prima la copertura vaccinale del maggior numero possibile di persone con la doppia dose”. Il ragionamento che viene fatto tra gli scienziati e la struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo non nasconde il fatto che “solo con una vaccinazione sostanziosa dei giovani, il virus comincerà a rallentare”. Ma ci vorrà del tempo per vaccinare gli under 30 in massa, che come tutti gli under 60 necessitano delle dosi Pfizer e Moderna. Dosi che vengono somministrate alle fasce d’età più alte, in alcuni casi per iniziare il ciclo vaccinale e in altri, nel caso delle persone più anziane, per completare le due dosi e non vanificare gli effetti della prima. Due milioni di dosi AstraZeneca sono rimaste nei frigoriferi, mentre i vaccini Rma vengono somministrati prima alle fasce d’età più alte. “Se un giovane contrae il Covid molto difficilmente ha gravi ripercussioni, ma un under 30 può contagiarlo ai genitori e ai nonni. Per questo resta fondamentale vaccinare le fasce d’età più alte”, è il ragionamento che arriva dalla struttura commissariale.
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