“Green pass per insegnanti e statali”, pressing sul governo per la stretta

Niccolò Carratelli

ROMA. Prima vediamo come va con l’estensione del green pass, come requisito per l’accesso a mezzi di trasporto e luoghi di svago. Poi, se questo incentivo alla vaccinazione non dovesse bastare, tra qualche settimana per il personale scolastico la certificazione verde potrebbe diventare indispensabile per andare al lavoro, entrare a scuola, stare a contatto con gli studenti. È un ragionamento che si fa strada nel governo, anche se per ora sottotraccia. A maggior ragione dopo il parere del Comitato tecnico-scientifico, che ha raccomandato alla politica «ogni sforzo» per vaccinare gli insegnanti, con «ulteriori misure, anche legislative». Perché, in ogni caso, serve un decreto, sia per introdurre di fatto l’obbligo vaccinale, con una norma simile a quella già in vigore per medici e infermieri, sia per un allargamento del perimetro di utilizzo del green pass, che rappresenterebbe per i docenti una sorta di obbligo mascherato: o sei vaccinato (o guarito di recente dal Covid), oppure per fare lezione in classe devi presentare due o tre tamponi negativi a settimana (uno è valido per 48 ore). Con conseguente spesa da sostenere, almeno 20 euro a referto, visto che per ora non si parla di rimborso del costo dei test da parte dello Stato.

La spinta bipartisan È una strada complicata, ma a indicarla in modo chiaro è stato, pochi giorni fa, il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta: «Sono favorevole all’estensione del green pass per il ritorno alla normalità di tutte le attività – ha detto – e in particolare per garantire le esigenze di socializzazione nella scuola e sui luoghi di lavoro». Quindi, dal suo punto di vista, anche negli uffici e per gli altri dipendenti pubblici, soprattutto se impegnati a contatto con i cittadini, come ha proposto anche il presidente dell’Agenas (Agenzia per i servizi sanitari regionali) Enrico Coscioni. Sulla scuola, in Forza Italia sembrano tutti d’accordo, dalla capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini, alla ministra per il Sud Mara Carfagna: «Occorre garantire a ogni costo il ritorno a scuola, valutando l’obbligo vaccinale per gli insegnanti», ha dichiarato.

La mette giù ancora più netta Sandra Zampa, responsabile Salute del Partito democratico, nonché consulente del ministro Speranza: «Vediamo come va con il pass esteso, ma se non ci sarà una risposta adeguata a fine agosto bisogna intervenire, prima dell’inizio dell’anno scolastico – spiega a La Stampa – non si può immaginare che i ragazzi restino a casa perché i loro insegnanti non si vaccinano». Lo stesso Speranza non esclude un intervento più energico nei confronti dei professori no vax, ma «per ora stiamo spingendo con le Regioni sul recupero di quel 15% che non ha ancora fatto nemmeno la prima dose», precisa. Senza dimenticare che un 6% è nel limbo e deve ricevere la seconda dose, fondamentale per contrastare la variante Delta.

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