“Green pass per insegnanti e statali”, pressing sul governo per la stretta
I no vax incalliti
Ma, limitandoci ai dipendenti della scuola senza alcuna protezione, parliamo di poco più di 215 mila persone, peraltro distribuite in modo disomogeneo nelle Regioni. In Sicilia sono quasi la metà, il 43%, ma abbondano anche in Provincia di Bolzano (38%), in Liguria (35%), in Sardegna (33%) e in Calabria (32%). Territori in cui, a settembre, più o meno uno su tre (tra insegnanti, collaboratori scolastici e amministrativi) potrebbe iniziare l’anno scolastico senza essere vaccinato. Perché, per quanti sforzi possano fare le Regioni, magari anche tornando a prevedere una corsia prioritaria per immunizzare questa platea, il quadro difficilmente cambierà: chi non si è vaccinato finora è probabile che non abbia nessuna intenzione di farlo. Basti pensare che, dal 23 giugno a oggi, è stato recuperato un misero 0,5%, circa 7 mila vaccinati in più. Così il 20 agosto, la data entro la quale il commissario Francesco Figliuolo ha chiesto alle Regioni un riscontro definitivo sulle adesioni, il governo dovrà prendere atto di questa ferita non sanata e decidere il da farsi. Considerando che, secondo un recente sondaggio del portale «Tecnica della Scuola», sei prof su dieci sono fermamente contrari all’obbligo. E che lasciare a casa il 15% degli insegnanti, con la cronica carenza di organico, soprattutto all’inizio dell’anno scolastico, non è sostenibile.
Del resto, guardando oltre la cattedra, sarebbe già un miracolo arrivare a settembre con la metà degli studenti vaccinati: al momento, nella fascia 12-19 anni, il 73% (3 milioni e 300 mila ragazzi) non ha ricevuto nemmeno una dose e, in diverse Regioni, i primi appuntamenti disponibili sono alla fine di agosto. Per loro non è ipotizzabile nessun obbligo di vaccino o di green pass per sedersi in classe, almeno finché non sarà offerta a tutti la possibilità di vaccinarsi.
LA STAMPA
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