L’ultima idea a sinistra. Parte la raccolta firme per il sì alla patrimoniale
Il testo della proposta di legge prevede che venga istituita «un’imposta ordinaria unica e progressiva sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500.000 euro derivante dalla somma delle attività mobiliari ed immobiliari al netto delle passività finanziarie, posseduta ovvero detenuta sia in Italia che all’estero, da persone fisiche, la cui aliquota è stabilita in misura pari allo 0,2% per una base imponibile di valore compreso tra 500.000 euro e 1 milione di euro», e più alta, fino al massimo al 2% per patrimoni più elevati. In compenso vengono eliminate Imu e le imposte di bollo su conti correnti e conti deposito. Con questa patrimoniale, stimano i promotori, «a pagare sarebbe appena il 5% della popolazione italiana, i super ricchi. E potremmo ottenere oltre 10 miliardi di euro l’anno». A pagare sarebbero i «ricchi» che, dichiarando i redditi, già pagano da soli quasi la totalità dell’Irpef. Difficile stimare poi quanti manterrebbero le attività finanziarie in Italia con una patrimoniale rivolta appositamente contro di loro.
Non si conosce quante firme pro-tassa abbiano raccolto finora, ma alcuni vip di sinistra hanno reso nota la loro adesione, dal critico d’arte Tomaso Montanari, all’attore Moni Ovadia, al sociologo filogrillino Domenico De Masi, secondo il quale «la patrimoniale non sarebbe altro che un piccolo risarcimento dei truffatori nei confronti dei truffati. Eppure il neoliberismo è riuscito a farne un tabù».
IL GIORNALE
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