Perché i vaccinati positivi devono fare la quarantena? Quanto sono contagiosi per gli altri?
di Silvia Turin
Il punto sugli studi e le regole con l’avanzata della variante Delta. L’infettività dipende dalla carica virale: essere completamente vaccinati la abbassa e ci rende meno contagiosi
Boris Johnson è stato «costretto» all’isolamento
proprio alla vigilia della fine di tutte le restrizioni in Inghilterra:
il primo ministro è stato infatti raggiunto dall’avviso di obbligo di quarantena a
causa di una riunione avuta venerdì con il ministro della Sanità, Sajid
Javid, risultato positivo al coronavirus pur essendo completamente
vaccinato, come d’altronde lo è Boris Johnson. In Gran Bretagna la
quarantena scatta se si viene «segnalati» dalla app di tracciamento del
Covid e attualmente oltre mezzo milione di cittadini comuni in tutta
l’Inghilterra è costretto a isolarsi perché ha avuto contatti con
persone contagiate.
Ha senso isolarsi dopo un contatto a rischio per una persona completamente vaccinata?
«Non
ha senso con le varianti precedenti, perché i vaccini proteggono anche
dall’infezione. Con la variante Delta il rischio di infettarsi è più
alto, tuttavia il virus si replica meno proprio perché c’è il vaccino,
infatti le persone che si sono vaccinate o non sviluppano sintomi o
fanno una forma lievissima di malattia, proprio perché hanno una bassa
carica virale e quindi, nella stragrande maggioranza dei casi, sono
anche non contagiose», spiega l’immunologa Antonella Viola.
Qual è l’orientamento rispetto alla quarantena in Usa ed Europa?
«I
Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) Usa sono
stati i primi a dire che le persone vaccinate non sarebbero state
testate, non sarebbero andate in quarantena e potevano non usare la
mascherina. In Europa la comunicazione non è stata così chiara e ogni
Paese ha fatto da solo. In Italia c’è ancora l’obbligo di quarantena,
che però non è possibile pensare di mantenere nel tempo», dice Viola.
C’è una differenza di rischio con chi avesse fatto solo una dose?
Ci sono dati da Israele che dicono che già una dose fa abbassare la
carica virale: nei vaccinati positivi è stata misurata una riduzione
fino a 4 volte (per le infezioni che si sono verificate 12-28 giorni
dopo la prima dose). «Le cariche virali ridotte suggeriscono una minore
infettività, però per prudenza, quando diciamo che non è necessario fare
la quarantena, ci riferiamo a soggetti completamente vaccinati» ,
specifica l’immunologa.
Un vaccinato positivo quanto è contagioso per gli altri?
Ci
sono una serie di studi che hanno analizzato la variante Alfa e hanno
dimostrato che le possibilità che un vaccinato possa contagiare sono
bassissime. Con la variante Delta non ci sono ancora dati pubblicati, ma
sono in corso gli studi. Anthony Fauci, il consulente medico della Casa
Bianca, ha dichiarato essere «un’ipotesi ragionevole» che le persone
completamente vaccinate positive abbiano «molto meno» virus nelle vie
aeree rispetto alle persone non vaccinate con infezioni asintomatiche.
«Quello che vediamo è che le persone vaccinate non si infettano allo
stesso modo e nella gran parte dei casi non hanno sintomi. Questo
significa che la carica virale è bassa e hanno una possibilità inferiore
di contagiare gli altri». La pecca di questo tipo di studi è che una
persona vaccinata sarà testata molto meno e, se anche fosse positiva
sarebbe facilmente asintomatica e quindi, ancora una volta, sottoposta
meno a tamponi.
Può dipendere anche dal tipo di vaccino con cui sono stato immunizzato?
«Sì,
è possibile che ci siano dei vaccini che abbiano una maggiore capacità
di offrire immunità neutralizzante nelle vie aeree e quindi di bloccare
meglio la replicazione virale», osserva l’esperta.
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