Delaware, le società «calamita» che fanno sparire decine di aziende italiane

L’indirizzo ai Parioli

La Zafinvest e altre simili riconducono a un ufficio a Roma, nel quartiere Parioli, proprio di fronte all’ingresso di Villa Balestra. A gestire le operazioni sono professionisti italiani. Un nome: Franco Ortenzi, specialista di pratiche societarie e fiscali con varie vicissitudini giudiziarie alle spalle. «Sono incensurato» – dice – e le sue operazioni  «sono di natura straordinaria, legittime e corrette – sostiene –  sia dal punto di vista ideologico che formale, non c’è una virgola fuori posto». Ortenzi non ha recapiti pubblici. Il suo nome, nello studio legale e tributario dove lavora, non compare nell’elenco dei professionisti associati.   Al centro di molte operazioni ci sono poi diverse società riconducibili a Francesco Gorgoglione che si definisce consulente-investitore. Ha un ufficio anche lui al medesimo indirizzo di via dei Monti Parioli.  «Grazie alla globalizzazione –  sostiene – si cerca di cogliere l’occasione migliore del mercato. Ci sono avvocati internazionalisti che ci consentono di svolgere tutte le attività in maniera assolutamente trasparente».  Non è noto se ci siano indagini in corso, dunque non si possono ipotizzare illeciti. Stiamo ai fatti: i fatti dicono che le operazioni non hanno nulla di  trasparente.  La Tenz & Quater è una società di consulenza che si iscrive in Camera di Commercio di Roma nel 2019 e subito dopo prepara le carte per emigrare in Delaware. Stesso percorso per la «Ex St» che nasce, non fa nulla e poco dopo emigra. Ce ne sono altre.

La manovra del panino

Qual è la ratio? Potrebbe essere la cosiddetta «manovra del panino» che si sviluppa in tre momenti:
1) La società italiana (il «panino») avvia l’iter burocratico per le nozze con la società del Delaware, ovvero la Zafinvest di turno;
2) Quando nel Delaware è tutto pronto per incorporare la società italiana, questa inserisce la farcitura che poi è l’obiettivo dell’operazione: debiti o liquidità, un immobile o qualsiasi asset, anche un’azienda vicina al crac ;
3) Così la Zafinvest, cioè l’incorporante, si mangia il panino farcito e tutto trasloca lontano in modo formalmente inattaccabile. Solo ipotesi naturalmente. 

La richiesta a Invitalia

Ci sono broker assicurativi con un perimetro d’affari provinciale che portano tutto in Delaware «per motivi di business». Lo stesso hanno fatto i titolari di un piccolo supermercato di Ragusa nel dicembre scorso. A giugno la veneta Nextage, un’azienda di abbigliamento sportivo di un imprenditore locale che non presenta bilanci dal 2017, affida a Ortenzi il trasloco in Delaware. Nel 2019 era stato il presidente della Camera di Commercio Italo-Cipriota, Giuseppe Marino, assicuratore, a decidere di attraversare l’Atlantico con un paio di società di brokeraggio sotto il suo controllo (Sintesi e Multibrand) per un «riposizionamento – spiega – a livello internazionale». Si tratta di società con ricavi da cartoleria di piccolo paese e  finanziariamente piuttosto traballanti. È dello scorso marzo la fusione per incorporazione della Entrerprise di Roma in una finanziaria del Delaware. La Enterprise è a capo di un gruppo di aziende di prodotti petroliferi di recentissima costituzione. Hanno curve di fatturato che vanno da  0 a 60 milioni in dodici mesi,  con zero o un dipendente. Una di esse, mentre la capogruppo sta traslocando, ha avviato le pratiche per emettere obbligazioni (4,5 milioni) da far sottoscrivere alla società pubblica Invitalia nell’ambito del piano di aiuto alle imprese.

Il crac Toolk e gli 80 dipendenti

Un caso particolare è la Toolk di Fermo, nelle Marche, un’azienda di calzature per grandi griffe della moda, con 80 dipendenti, 13 milioni di fatturato, 25 anni di attività. Da essa è nata la Toolk Academy, che si occupa di formazione. In difficoltà già nei mesi pre-Covid, a giugno 2020 scoppia la rivolta dei terzisti cinesi che assediano la sede chiedendo di essere pagati. Poco prima di Ferragosto scattano 80 lettere di licenziamento, l’azienda è sull’orlo del crac, ma finora le istanze di fallimento sono state respinte dal tribunale. 

Le mosse della proprietà

Andiamo a vedere le mosse della proprietà nei mesi caldi.
1) Il 26 marzo 2020, ormai a un passo dall’insolvenza, l’imprenditore-fondatore Luigi Gobbi deposita una proposta di concordato con i creditori
2) Il 22 giugno vende per 17.353 euro il 100% della Toolk alla misteriosa società romana Starlite.
3) Il 25 giugno viene ritirata la proposta di concordato e contestualmente deliberata la fusione di Toolk in Starlite.
4) Il 7 agostoToolk e Starlite sono fuse «con effetti fiscali dall’1 maggio 2020», Starlite subentra nel patrimonio dell’azienda e dichiara di essere la controparte di privati, enti e uffici pubblici per qualsiasi atto.
5) Però quello stesso giorno scatta la fusione transfrontaliera: Starlite «sparisce», incorporata dal suo unico azionista, la Wall System del Delaware, portandosi dietro i 10 milioni di debiti della Toolk. È la «manovra panino».

La signora autorizzata da Cipro

Cala la nebbia. Da agosto 2020 i 368 fornitori, le 10 banche, gli 80 dipendenti, l’Erario e il tribunale hanno come riferimento un’inconsistente finanziaria del Delaware rappresentata per alcuni atti da una signora residente a Ladispoli, Marina Mannucci, e da una fiduciaria di Cipro, la Hamervate. Osserviamo più da vicino la Starlite, a cui il fondatore ha ceduto a giugno il calzaturificio: è nata nel 2017, è appartenuta a un soggetto indicato come prestanome da vecchie indagini della Finanza, fa trasporto merci su strada e il fatturato è passato da 1 a 90 milioni in tre anni senza una riga in bilancio che ne illustrasse i motivi. Ora, con «dentro» la Toolk, si è fusa in una holding tra i campi di mais della Coastal Highway.

La giostra dell’Academy

E che destino ha avuto la Toolk Academy, il gioiellino per la formazione di «artisti» delle scarpe? La prima mossa è del 30 aprile 2020 quando la famiglia Gobbi, proprietaria, trasferisce la sede da Fermo a Milano, cambia il nome e diventa Tool.K Academy, amplia il business alla produzione di camici, guanti e mascherine chirurgiche FFP2 e FFP3. Lo stesso giorno Gobbi vende il 90% del capitale per poche migliaia di euro alla Apa Holding, una società di Milano con sede vicino al Duomo a capo di un gruppo di consulenza appena nato (ma con già decine di milioni di fatturato) e rappresentata da un operaio di Porto Sant’Elpidio, Marco Barbabella.

L’operaio e la truffatrice

Il 7 settembre però lo stesso operaio compra l’Academy dalla Apa Holding che si fa rappresentare dalla marocchina Houda Janmoune, «imprenditrice del settore calzaturiero» è scritto nell’atto notarile. Passano solo nove giorni e il 16 settembre l’operaio vende alla marocchina, che oggi ha il 100% della Tool.K Academy. Quindi ora è lei la garante degli impegni della società. Chissà se è la stessa Houda Jan Moune (data di nascita uguale), truffatrice, condannata per «avere ottenuto dalla persona offesa – si legge in una recente sentenza della Cassazione – la somma complessiva di 72.600 euro con artifici e raggiri consistiti nel millantare una mediazione funzionale al suo ricongiungimento con l’ex fidanzato». Nell’operazione Toolk, in uno dei passaggi Italia-Delaware, a metterci la firma è sempre Franco Ortenzi.

Lugano e la carrozzeria volante

Passo indietro. Fino a quattro-cinque anni fa, operazioni simili si chiudevano a Lugano dove la Zafinvest (prima di clonarsi in Delaware) e le sue sorelle hanno «prelevato» dall’Italia, tra le tante, la Piemonte Spurghi, cave bresciane, una carrozzeria con sede al secondo piano di un bel palazzo romano (le auto andavano su in ascensore?), un negozio di moda di Barletta, e un ristorante-fantasma alle porte di Napoli. Alcune di queste erano controllate da una finanziaria svizzera (The True Ice), poi fallita, e gestita da Antonio Costantino, stesso nome, cognome, luogo di origine (Caccuri), di residenza (Lugano) e anno di nascita di uno dei 70 indagati dalla Dda di Catanzaro in un’inchiesta sui narcos calabresi.

dataroom@rcs.it

CORRIERE.IT

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.