Quelle piccole bandiere piantate in giro dai partiti
Più che a un match tra partiti e governo (finora regolarmente vinto dal governo) stiamo insomma assistendo a una crisi adolescenziale delle due coalizioni. E se quella nel centrosinistra è resa meno evidente dalla «serenità» con cui Enrico Letta asseconda le mosse di Conte, nel centrodestra è invece letteralmente esplosa, a un punto di gravità che non va sottovalutato e che può essere foriero di una ristrutturazione più generale dell’offerta politica. Nel senso che l’elezione del prossimo capo dello Stato potrebbe fungere da palestra per la sperimentazione di nuovi e più trasversali rassemblement.
Ma questo sì che è un campo che spetta interamente alla politica democratica. E i suoi esiti non sono affatto irrilevanti per le sorti future dell’Italia, perché non possono prosperare le nazioni che non siano dotate di una classe dirigente politica all’altezza delle necessità. È su questo insomma che i partiti dovrebbero lavorare. E avrebbero abbastanza da fare, invece di andare in giro a piantare bandierine.
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