Giustizia, barricate M5s sulla riforma. Pioggia di emendamenti per bloccare la Cartabia
La risposta della politica è nelle parole di Danilo Toninelli, che chiede modifiche al testo perché «è completamente sbagliata, tecnicamente», ricordando che «senza il M5s che vota la riforma della giustizia, penso che il governo sia finito». Dunque, l’avviso è chiaro: nessuna fiducia. Spetta a Conte, adesso, trovare un equilibrio che non scontenti troppo sia l’anima più battagliera del Movimento, sia l’ala governista che non vuole incidenti diplomatici nell’esecutivo e con il premier Draghi. Il leader in pectore del M5s, prima di incontrare senatori e deputati in assemblea congiunta, ha anche lanciato il suo avviso ai naviganti su un alto caposaldo del grillismo: il reddito di cittadinanza.
«Ieri ho sollecitato il presidente Draghi a prendere una posizione chiara e ferma in merito a un dibattito inquinato che si trascina da giorni». Ogni riferimento a Matteo Renzi, ma anche a Giorgia Meloni o Matteo Salvini, è puramente voluto. La novità è il coinvolgimento del presidente del Consiglio in questa partita, mossa che non scansa del tutto le ombre da Conte sui rumors che lo vedono disinteressato al fatto che un’azione troppo tranchant del suo neo Movimento possa mettere in difficoltà l’esecutivo e l’attuale presidente del Consiglio. Ma la partita del governo molto lunga e prima c’è da portare a casa l’elezione a capo dei Cinquestelle. Che oggi esordiranno sulla nuova piattaforma Skyvote per scegliere il candidato sindaco a Torino. Inizia ufficialmente l’era post-Rousseau, ma soprattutto quella di Conte.
IL TEMPO
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