Voghera, l’assessore leghista Massimo Adriatici spara a un 39enne durante una lite e lo uccide

In un’intervista alla «Provincia Pavese» del 29 marzo 2018 affermava che «l’uso di un’arma deve essere giustificato da un pericolo reale, per la persona che la usa, per le sue proprietà o quelle altrui. Ma questo non significa farsi giustizia da soli. Ovvero, la legittima difesa si configura se sparo per evitare che qualcuno spari a me, o non ci sono altro mezzi per metterlo in fuga ed evitare che rubi. Sparare deve essere l’extrema ratio, l’ultima possibilità da mettere in atto se non ne esistono altre».

Le reazioni

In difesa di Adriatici si sono subito mossi i membri della Lega, a partire dal segretario Matteo Salvini: «Altro che Far West – ha detto -, si fa strada l’ipotesi della legittima difesa». «Prima di condannare una persona perbene che si è vista aggredita e avrebbe reagito aspettiamo la ricostruzione dei fatti. Non ci sono cittadini che con il legittimo possesso delle armi vanno in giro a sparare, a fronte di una aggressione come extrema ratio — ha aggiunto — ovviamente la difesa è sempre legittima». Il deputato leghista Angelo Ciocca, a caldo, ha postato su Twitter: «Se non fosse stato per un assessore leghista intervenuto a difesa di una donna molestata, ora staremmo parlando di violenza su una donna innocente. La morte è sempre da scongiurare, ma la dinamica è di legittima difesa».

Opposta la posizione di Alan Ferrari, vicepresidente vicario dei senatori del Pd: «Mi auguro che la Lega al più presto prenda le distanze dal gesto di Adriatici. La giustizia “fai da te” non ha cittadinanza nelle nostre leggi e nella nostra convivenza». «Quanto successo a Voghera è un fatto enorme, che deve indurre tutti, la Lega in primis, a riflettere», scrive in una nota il segretario lombardo del Partito Democratico, Vinicio Peluffo. «Sarà la magistratura a ricostruire quanto è effettivamente accaduto, ma occorre che tutti, nessuno escluso, condannino la logica del Far West e della giustizia fai da te. L’ordine pubblico e la garanzia del rispetto delle norme sono compito delle forze di polizia, non certo di un assessore che, comunque la si giri, era armato in una pubblica piazza», ha aggiunto il segretario Dem. «Se per la Lega girare armati significa sicurezza, siamo davvero preoccupati. Perché questa consuetudine porta sangue, non certo pace e ordine» ha concluso.

Il sindaco di Voghera Paola Garlaschelli ha dichiarato: «Attualmente non conosciamo la dinamica dei fatti, restiamo in attesa di avere maggiori informazioni e confidiamo nell’operato della magistratura. Nel frattempo l’assessore ci ha comunicato la sua autosospensione sino all’esito del giudizio che lo vede indagato».

Il barista

Robino Punturiero, gestore del Café Cervinia a Voghera ha spiegato di avere chiamato «le forze dell’ordine più e più volte» per arginare gli atteggiamenti del 39enne marocchino: «Sono sempre arrivate però dicendo che loro sono impossibilitate a fare più di tanto. Ad esempio nel momento in cui si è masturbato in strada mi hanno detto che la masturbazione in luogo pubblico non è più un reato. Quindi quel giorno è stato portato via e dopo un’ora e mezza era ancora qua». Il problema «lo dobbiamo risolvere sempre noi – ha proseguito il commerciante nel suo sfogo – e come lui ce ne sono altri che vivono perennemente su queste panchine e noi non possiamo fare più il nostro lavoro, perché dobbiamo controllare che non infastidiscano i clienti». Il gestore ha raccontato che anche martedì sera l’uomo era arrivato davanti al bar e lui come sempre aveva cercato di non farlo entrare. Youns El Bossettaoui quindi se ne è andato e poi dopo un po’ «ho sentito lo sparo, debole, tanto che pensavamo fosse un petardo».

Alcuni frequentatori del bar La Versa, davanti al quale è avvenuto l’omicidio, descrivono invece il marocchino comunque come un «bravo ragazzo che chiedeva qualche soldo». «Un tempo lavorava – proseguono -: ha una moglie e un figlio e il padre a Novara». Nell’ultimo periodo, raccontano ancora, «era in strada come senzatetto, soprattutto dopo che era morta sua madre».

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