Green pass obbligatorio in Italia dal 6 agosto, tutte le novità del decreto approvato dal governo

Lo sport

Per svolgere l’attività sportiva al chiuso sarà obbligatorio esibire il green pass. L’elenco delle attività comprende: piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive. Il decreto approvato dal governo prevede anche le capienze degli stadi e dei palazzetti dello sport nelle varie fasce di rischio «per le competizioni di livello agonistico riconosciuti di preminente interesse nazionale riguardanti gli sport individuali e di squadra, organizzati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva». In zona bianca, «la capienza consentita non può essere superiore al 50 % di quella massima autorizzata all’aperto e al 30 % al chiuso». In zona gialla «la capienza consentita non può essere superiore al 25 % di quella massima autorizzata e, comunque, il numero massimo di spettatori non può essere superiore a 2.500 per gli impianti all’aperto e a 1.000 per gli impianti al chiuso». Rimangono validi i protocolli attualmente in vigore che prevedono l’assegnazione preventiva dei posti per consentire l’eventuale tracciamento dei casi positivi, il distanziamento quando ci sono gli assembramenti e comunque dei posti a sedere, ingressi separati dalle uscite, l’utilizzo della mascherina al chiuso. Il decreto prevede che «quando non è possibile assicurare il rispetto delle condizioni previste dai protocolli, gli eventi e le competizioni sportivi si svolgono senza la presenza di pubblico».

Ristoranti e bar

In zona bianca si dovrà presentare il green pass se si vuole andare al ristorante al chiuso e negli altri locali come bar, pub, pasticcerie e gelaterie al chiuso e sedersi al tavolo. Non sarà necessario il green pass per chi sta all’aperto. Non sarà necessario il green pass per le consumazioni al bancone. I dipendenti dei luoghi di ristorazione dovranno avere il green pass e indossare la mascherina. Rimangono comunque validi i protocolli già in vigore e dunque quando si sta al chiuso — anche con il green pass — bisognerà indossare la mascherina quando non si sta al tavolo. Al chiuso è previsto un numero massimo di sei persone al tavolo. Per i banchetti seguenti le cerimonie civili e religiose il green pass era già stato previsto. Non c’è un numero massimo di persone a tavola. Il buffet rimane consentito «mediante somministrazione da parte di personale incaricato, escludendo la possibilità per gli ospiti di toccare quanto esposto». La modalità self-service può essere eventualmente consentita per buffet realizzati esclusivamente con prodotti confezionati in monodose. Il decreto prevede l’ingresso con il green pass «nelle zone gialla, arancione e rossa, laddove sia consentito e alle condizioni previste per le singole zone». In zona gialla si può andare nei ristoranti e nei bar al chiuso fino alle 18. In zona arancione e rossa i ristoranti sono aperti soltanto per l’asporto e la consegna a domicilio fino alle 22, i bar fino alle 18 , le vinerie e le enoteche fino alle 22.

Eventi e spettacoli

Il green pass sarà obbligatorio per numerose attività del tempo libero. La lista comprende: spettacoli aperti al pubblico, musei, istituti e luoghi della cultura, mostre, sagre e fiere, convegni e congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali, centri sociali e ricreativi limitatamente alle attività al chiuso, sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò. Il decreto prevede che «in zona bianca e in zona gialla, gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali o spazi anche all’aperto, sono svolti esclusivamente con posti a sedere preassegnati e a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, sia per il personale». È obbligatorio indossare la mascherina e mantenere il distanziamento. In zona bianca «la capienza consentita non può essere superiore al 50 % di quella massima autorizzata all’aperto e al 30 % al chiuso nel caso di eventi con un numero di spettatori superiore rispettivamente a 5.000 all’aperto e 2.500 al chiuso». In zona gialla la capienza consentita non può essere superiore al 50 % di quella massima autorizzata e il numero massimo di spettatori non può comunque essere superiore a 2.500 per gli spettacoli all’aperto e a 1.000 per gli spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala». Se non si possono rispettare i protocolli «sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico».

Discoteche

Le discoteche rimangono chiuse. Nonostante l’approvazione del protocollo da parte del Comitato tecnico scientifico per l’apertura dei locali da ballo al 50 % con il green pass, il governo ha deciso la linea dura e ha inserito nel decreto una norma che dispone la «sospensione delle attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati». Nel provvedimento è specificato che «sarà istituito un fondo ristori». Durissima è la reazione dei gestori affidata al presidente del Silb Maurizio Pasca, il sindacato che rappresenta il 90% delle imprese del settore: «Il governo ha, di fatto, deciso di legalizzare l’abusivismo dilagante che continuiamo a denunciare da mesi, senza essere presi minimamente in considerazione. Si balla ovunque e senza controlli, meno che in discoteca, l’unico luogo dove si potrebbero applicare quei protocolli di sicurezza già avallati dal Cts. La situazione è testimoniata tutti i giorni da decine di foto e video in tutta Italia. Con i locali ancora chiusi andrà sempre peggio. Si tratta dell’ennesimo schiaffo al nostro comparto, una vera e propria pietra tombale su 3.000 aziende destinate a chiudere e a lasciare in strada 100.000 lavoratori. Voglio sperare, quantomeno, che chi di dovere decida finalmente di stanziare risorse adeguate per le nostre aziende, uniche a restare chiuse per 18 mesi». Il Viminale ha intensificato i controlli dei raduni illegali e in numerose località di vacanza sono state emesse ordinanze di divieto ma continuano ad essere denunciate discoteche abusive all’aperto e al chiuso.

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