Gelmini: «Il Green pass serve per evitare un nuovo coprifuoco, le regioni rischiavano subito la zona gialla»
di Monica Guerzoni
La ministra per gli affari regionali e le autonomie: «Sulla necessità di vaccinarsi sono in disaccordo con Salvini. Ma l’asse con la Lega non si rompe e nessuno esce sconfitto»
Spronare i giovani a non vaccinarsi è «un appello a morire», Mario Draghi lo ha detto con durezza in conferenza stampa. E Mariastella Gelmini, responsabile degli Affari regionali, non la pensa diversamente dal premier.
Ministra, la imbarazza la posizione di Salvini?
«Penso che dovremmo aver fiducia nella scienza e vaccinarci tutti, compresi i giovani. Forza Italia ha ampiamente espresso la sua linea favorevole ai vaccini e al green pass».
Ministra, la imbarazza la posizione di Salvini?
«Penso
che dovremmo aver fiducia nella scienza e vaccinarci tutti, compresi i
giovani. Forza Italia ha ampiamente espresso la sua linea favorevole ai vaccini e al green pass».
Il leader della Lega ha anche affermato che il green pass «toglie diritto alla vita a 30 milioni di italiani». Condivide?
«No, non è così. Agli oltre 36 milioni di italiani che hanno ricevuto almeno una dose e quindi possono avere già il green pass
vanno aggiunti i guariti. Se poi consideriamo che ci sono circa 7
milioni di bambini sotto i 12 anni, i numeri si riducono di molto. Il
green pass serve a scongiurare nuove chiusure, a evitare il coprifuoco,
ad aumentare la capienza all’aperto di stadi e impianti sportivi. E
grazie al pass i vaccinati aumenteranno».
E chi non può o non vuole vaccinarsi?
«I
tamponi saranno a prezzo calmierato per i giovani, per chi non può
vaccinarsi. D’altronde la variante Delta imperversa e rischiamo grosso
se le persone che ancora non l’hanno fatto non si convincono a
vaccinarsi».
Salvini questa volta ha perso e si rompe l’asse FI-Lega sul Covid?
«Ma
no, non si rompe niente e nessuno ha perso. La Lega ha sostenuto la
ragionevolezza delle richieste delle regioni, che in buona parte sono
state accolte. Al bar, nei servizi alla persona come parrucchieri ed
estetisti, sui mezzi di trasporto non c’è bisogno di green pass. È un
buon punto di mediazione anche quello raggiunto sui parametri. Non
possiamo sottovalutare che senza questo decreto ci saremmo trovati con
regioni di nuovo in giallo già da lunedì prossimo. E questo sì, in piena
stagione turistica, sarebbe stato un problema enorme».
Lo scontro politico vi ha costretti ad allentare i nuovi parametri?
«Il governo ha accolto l’impostazione avanzata dalla conferenza, di non
basarsi più solo sull’incidenza. È cambiato il quadro epidemiologico, i
contagi sono per lo più tra i giovani e quindi si è passati alla
combinazione dei tassi di occupazione in terapia intensiva e nei reparti
ordinari. Le regioni chiedevano una percentuale più alta, i tecnici più
bassa. Si è trovata una mediazione equilibrata. E l’estensione del
green pass, come avevano richiesto le regioni, entrerà in vigore solo
fra quindici giorni».
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