Il premier apre la nuova fase
MARCELLO SORGI
Le decisioni del consiglio dei ministri in materia di Covid e di giustizia ci dicono essenzialmente una cosa: in Italia il vento sta cambiando, l’economia è in ripresa oltre ogni ottimistica previsione, come ha spiegato Draghi, e gli italiani vogliono che le cose continuino così e sono disposti a pagare qualsiasi prezzo perché questo avvenga e non si rischi di tornare indietro, al passato recente della pandemia e del lockdown, che oggi sarebbe insopportabile. Anche la riforma della giustizia – per la quale il governo ha annunciato la fiducia, cioè il taglio a un certo punto di un percorso parlamentare che dev’essere rapido, e insieme la disponibilità ad alcuni “aggiustamenti tecnici” – si inquadra in questo clima e nel desiderio, testimoniato dai trecentomila cittadini che hanno firmato per i referendum di Radicali e Lega, che il sistema giudiziario e i comportamenti della magistratura cambino decisamente. Quello predisposto dalla ministra Cartabia è un testo che rappresenta un primo passo in questa direzione, ed è anche – non va dimenticato – qualcosa che viene incontro alle richieste della Commissione europea, che si prepara a sostenere l’Italia con un piano di aiuti e prestiti da 209 miliardi.
La conferenza stampa di Draghi, Speranza e della stessa Cartabia, dopo una riunione tutto sommato breve del governo e un pieno accordo con le Regioni a cui si era lavorato nei giorni precedenti, è servita essenzialmente a questo: sgomberare il campo, per quanto possibile, dalle divisioni e dalle resistenze di parti della maggioranza, per far sì che la nuova fase in cui il Paese è entrato possa svilupparsi senza ostacoli, consentendo al Pnrr, il progetto di ricostruzione dopo il disastro della pandemia, di dispiegare pienamente i suoi effetti, magari in un tempo minore di quello preventivato. Si spiegano così il venir meno dei dubbi di Conte sulla giustizia, dopo una telefonata con il premier, e di Salvini sull’estensione del “green pass”, per il pieno ritorno alla normalità della vita della gente e per far sì che possa godersi le vacanze senza timori e senza fare i danni della scorsa estate, dato che per ottenere il “green pass” è necessario vaccinarsi. E ci sono ancora aree delle generazioni a rischio over 60 che inspiegabilmente prendono tempo, rischiando di più di contagiarsi con le varianti del virus e di perderci la vita, che non ad affrontare le incognite minime della vaccinazione.
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