La cerimonia di apertura delle Olimpiadi, in diretta
di Marco Imarisio e Gaia Piccardi, inviati a Tokyo
Cerimonia e sfilata: si aprono i Giochi olimpici di Tokyo 2020
DAI NOSTRI INVIATI
TOKYO — Con la cerimonia inaugurale di venerdì 23 luglio sono ufficialmente iniziate le Olimpiadi di Tokyo.
Qui la diretta video della cerimonia. Qui le immagini più belle e significative. Sotto il racconto dei nostri inviati.
OLIMPIADI DI TOKYO 2020: NOTIZIE, MEDAGLIE, STORIE
Ore 16.59 – La storia del Giappone nel passaggio della torcia (e Naomi Osaka ultima tedofora)
La storia del Giappone, nel passaggio della torcia. L’ultimo passaggio,
dai ragazzi di Fukushima a Naomi Osaka, la donna nuova per questo
Paese, cosmopolita, vera cittadina del mondo, è l’immagine del Giappone
come vorrebbe essere e diventare. Anche con questi Giochi così
stropicciati, da brutto anatroccolo. E comunque, anche solo a livello
simbolico, dopo questo anno e mezzo di pandemia é stato bello rivedere
il mondo unito, tutti insieme. (di Marco Imarisio)
Ore 16.16 – Le lacrime trattenute a fatica della presidentessa di Tokyo 2020
Un
attimo di verità, dopo tante parole vane, dopo tanta diplomazia per
riuscire a far cominciare questi Giochi. Le lacrime trattenute a fatica
sul podio dei discorsi dalla presidentessa di Tokyo 2020 Seiko Yoshimoto
dicono più di ogni altro discorso della fatica e della tensione che
circondano le Olimpiadi giapponesi. Era la ministra dello Sport, si
dimise per assumere questo ruolo dopo una serie di rinunce dovute più
che altro alla poca voglia di associare il proprio nome a una impresa
così impopolare nel proprio Paese. «Vorremmo tanto portare un momento di
pace alle persone che ne hanno tanto bisogno in questi tempi
difficili», ha detto con gli occhi lucidi e la mano tremante. E sembrava
voler dire che forse, tutto sommato, il peggio è passato. Non solo per i
Giochi. Speriamo. (di Marco Imarisio)
Ore 15.55 – L’emozionante ologramma del mondo (e le note di Lennon)
L’ologramma del mondo sospeso sopra lo stadio olimpico di Tokyo. Le note di Imagine che partono. Per la prima volta da quando è cominciata la cerimonia d’inaugurazione dell’Olimpiade, ci si emoziona. Brividini. (di Gaia Piccardi)
Ore 15.46 – Il Giappone sfila senza la sua star, Naomi Osaka (che potrebbe essere la sorpresa finale della cerimonia)
Nella delegazione del Giappone mancava la stella assoluta, la tennista Naomi Osaka, che due mesi fa si è ritirata dal Roland Garros trovando il coraggio di spiegare che soffre di una forma di depressione.
Doveva essere in campo domani per il primo turno del torneo olimpico,
ma è stato spostato a domenica. Potrebbe essere lei la sorpresa finale
della cerimonia, l’atleta che avrà l’onore di accendere le fiamma. E
dopo le polemiche sul suo conto di questi mesi, sarebbe davvero una gran
scelta. Anche considerando che Osaka è una vera cittadina del mondo:
padre haitiano, madre giapponese, ma cresciuta negli States. (di Marco Imarisio)
Ore 15.38 – La sfilata degli atleti Usa
I due portabandiera, Sue Bird (stella della Wnba e girlfriend della
fuoriclasse del calcio Megan Rapinoe) e Eddy Alvares, hanno scelto di
non stare davanti alla squadra ma di essere “inglobati” dal gruppo dei
compagni d’avventura qui all’Olimpiade di Tokyo: gli Stati Uniti
d’America, elegantissimi in Ralph Lauren e applauditi in tribuna d’onore
dalla first lady Jill Biden, hanno sfilato così. One for all, all for
one. (di Gaia Piccardi)
Sue Bird e Eddy Alvares, i portabandiera Usa (Getty Images)
Ore 14.55 – Baci e abbracci vietati, divise sgargianti (tranne la Germania, che ha scelto un «inguardabile» verde)
Mica facile il riconoscimento facciale degli atleti sotto le
mascherine. E allora concentriamoci sugli abiti. I colori sgargianti
dell’Africa (l’Angola elegantissima, il Kenya in fucsia, lo Zambia in
verde smeraldo, le tute sgargianti del Congo), i vestiti tradizionali
dell’Afghanistan e dell’Arabia Saudita, i cappelli di paglia delle Isole
Cook, i sandali delle Seychelles, i turbanti dell’Oman, il Suriname con
i copricapo di piume e la Nuova Zelanda con i mantelli di pelliccia, El
Salvador con le braghe a fiori, le donne in rosso con fascia in vita
dei Roc, i russi neutrali per colpa dello scandalo doping, armati di
bandierine olimpiche, festanti nonostante tutto. Indelebili ricordi
all’ingresso di Tonga che quattro anni fa, a Rio 2016, ci regalò un
sogno con il portabandiera Pita Taufatofua, che si presentò al Maracanà
in gonnellino e a torso nudo, ricoperto d’olio come una sardina pronta
da impanare. L’alfiere è sempre Pita, che replica il total nude look
(with oil). Il Cio aveva raccomandato sobrietà anche nella sfilata
(vietatissimi baci e abbracci), e così è stato. L’insufficienza nella
divisa va alla Germania, in indefinibile simil-verde e scarpe gialle
fluo. Si può dire? Inguardabile. (di Gaia Piccardi)
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