La cerimonia di apertura delle Olimpiadi, in diretta

Ore 14.15 – Italiani e argentini, allegria e risate
Nell’interminabile sfilata degli atleti, che ogni quattro anni vale come un ripasso di geografia, l’allegria e le risate contagiose di argentini e italiani valgono invece come una piccola lezione, fare festa nonostante tutto, per continuare a vivere. Si era pensato anche di non farla, questa cerimonia. Fino all’ultimo il Cio ne ha discusso. Ma sarebbe stato il timbro ufficiale sullo stato di clandestinità di questa olimpiade, già obbligata a surreali contorsioni come quella che impone agli atleti di mettersi le medaglie da soli (di Marco Imarisio).

Ore 13.55 – Entra l’Italia e lo stadio (vuoto) si scalda
Tra Israele e Iraq, eccoci. Entra l’Italia e lo stadio olimpico vuoto si scalda d’incanto: siamo tanti, vestiti di bianco in onore al paese che ci ospita, con i colori del Giappone sul petto. Sventoliamo bandiere tricolori, quasi nessuno filtra le emozioni attraverso la lente del telefonino. Tutti presenti, gioiosi, belli, sì belli. I due portabandiera, la tiratrice Jessica Rossi e il ciclista Elia Viviani, hanno gli occhi che ridono. Nel mondo che non esiste più, prima della pandemia, la sfilata degli atleti alla cerimonia d’inaugurazione dell’Olimpiade era il party più fantasmagorico del mondo, lo spettacolo più bello dopo il weekend. Non è più così, purtroppo. Ma la nostra allegria, from Italy with love, ci ha ricordato da dove veniamo (di Gaia Piccardi).

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La squadra italiana (Ap Photo/Petr David Josek)

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La squadra italiana (Ben Stansall/Afp)

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La delegazione greca (Odd Andersen/Afp)

Ore 13.44 – La cosa migliore: l’emozione e le lacrime degli atleti
Arrivano gli atleti, e i loro sguardi emozionati, compresa qualche lacrima, sono la cosa migliore. Grecia, nazionale dei Rifugiati, Algeria, in ordine alfabetico giapponese. Nonostante tutto, sono giunti all’appuntamento che definirà le loro vite sportive. Meritavano molto più di uno stadio vuoto e delle mascherine che rendono difficile la loro identificazione. Ma intanto, sono qui, all’Olimpiade più strana e difficile della storia. Così va la vita, così sta andando la nostra (di Marco Imarisio).

Ore 13.35 – Manca l’entusiasmo, ma le coreografie sono molto belle
La coreografia con i cinque cerchi e il balletto sono molto belli e arrivano in extremis a salvarci dalla depressione. Quel che manca è l’elemento di raccordo tra una scena e l’altra: il pubblico, l’entusiasmo. E così, più che una cerimonia olimpica, sembra di assistere a una sfilata di moda, con pochi e delicati applausi alla fine di ogni numero (di Marco Imarisio).

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I cinque cerchi (Cameron Spencer/Getty Images)

Ore 13.26 – L’ingresso dell’Imperatore (con mascherina)
Primo momento surreale. Dopo un avvio lento, entrano nello stadio l’Imperatore Naruhito e il presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach, che ha fortemente voluto questi Giochi in Giappone. Camminano l’uno verso l’altro, mascherinati. Inchino distanziato. Poi, con un riflesso condizionato da vecchio impero e mondo prima della pandemia, si voltano e salutano. Il vuoto (di Gaia Piccardi).

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L’Imperatore Naruhito e il presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach (Odd Andersen/Afp)

Ore 13.23 – Sobrietà o mestizia?
Mah. D’accordo, l’evocazione di quel che è stato. La solitudine dell’atleta in lockdown che si allena sul tapis roulant. D’accordo la sobrietà necessaria per i tempi che stiamo vivendo. Ma qui si sconfina nella mestizia, con una bella colonna sonora. Nessuno chiedeva le Spice Girls e il sosia della Regina Elisabetta che si lancia dall’elicottero con il vero James Bond come a Londra 2012. Però, accidenti. Intanto a mischiarsi con le note della danzatrice dall’aria sconvolta, arrivano le grida di protesta contro Tokyo 2020 dall’esterno, sempre più forti. Quale allegria (di Marco Imarisio).

Ore 13.12 – Piazza Duomo nel video che ricorda l’anno della pandemia

Nel video che ricorda il peggiore anno della nostra vita, una delle prime immagini è quella di piazza del Duomo deserta. Dovremmo sempre ricordarci cosa è stato il 2020, quei mesi terribili di marzo e aprile. Per la Lombardia e per tutta l’Italia. A Tokyo lo hanno fatto. E un po’ ci sono venuti i brividi (di Marco Imarisio).

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Una coreografia, durante la cerimonia (Laurence Griffiths/Getty Images)

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Un performer durante la cerimonia di apertura (Clive Rose/Getty Images)


Ore 13.03 – Camere con vista sull’Olimpiade che nessuno, in Giappone, voleva più
Attaccato allo stadio olimpico, vicino come solo a Tokyo le cose riescono ad essere vicine senza collidere le une contro le altre, c’è un condominio. Appartamenti grandi come scatolette di sardine, vetrate affacciate sulla cerimonia d’inaugurazione che sta per cominciare. C’è chi sta cenando, chi guarda la televisione, chi gioca con i figli, chi stende il bucato. Camere con vista sull’Olimpiade che nessuno, in Giappone, voleva più. Dalla scatoletta in alto a destra, però, una donna si sbraccia verso di noi: saluta. Forse i giapponesi ostili agli stranieri potenziali untori ce li ha raccontati una certa propaganda anti-olimpica, forse non ci vogliono così male. Ricambio il saluto (di Gaia Piccardi).


Ore 13.03 – Tutto pronto per l’inizio della cerimonia
Tutto pronto per l’inizio delle cerimonia. Lo stadio è neutro, nel senso che non c’è una insegna che sia una degli sponsor. Dopo il gran rifiuto di Toyota a presenziare, anche Panasonic ha fatto sapere che non ci sarà, mentre Chipotle ha fatto sapere che nonostante la situazione “non sia ideale”, valuterà se fare degli spot olimpici. In zona Cesarini, la delegazione del Brasile ha fatto sapere intanto sapere che sfilerà solo con quattro atleti, per paura del Covid che oggi ha fatto registrare un altro picco record, uguagliando il numero dei contagi quotidiani toccato lo scorso 16 gennaio. C’è dell’entusiasmo, intorno a questi Giochi. Ma adesso si spengono le luci. In un modo o nell’altro, si comincia (di Marco Imarisio).

Ore 12.53 – La protesta (ordinata) fuori dallo stadio
Qualche centinaio di manifestanti protesta contro le Olimpiadi di Tokyo fuori dallo stadio. Siccome sono giapponesi, lo fanno in modo ordinato, senza invadere la strada. Stanno tutti attaccati su un marciapiede dove non c’è posto neppure per uno spillo. Sembra la coda di una volta per i biglietti allo stadio, solo che c’è una signora che grida al megafono frasi che tutti riprendono e ripetono in coro. I colleghi giapponesi spiegano che in pratica stanno dando degli untori ai membri del loro governo e ai visitatori stranieri. Alcuni hanno magliette con il disegno di siringhe sanguinolente oppure di cinque simboli del Covid al posto dei cinque cerchi. Le loro voci arrivano attutite all’interno dello stadio. A vederli dall’alto, ammassati l’uno sull’altro, a trentacinque gradi di temperatura, insomma, c’è da sperare che vada tutto bene, per loro (di Marco Imarisio).

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Lo stadio olimpico di Tokyo (Ezra Shaw/Getty Images)

Ore 12.42 – L’arrivo dei capi di Stato e degli atleti
Piccolo, suggestivo, raccolto. E vuoto. Eccoci dentro lo stadio olimpico di Tokyo 2020, ricostruito (è l’impianto originale utilizzato per i Giochi ’64, fa parte di quel pacchetto di siti “heritage” recuperati dai giapponesi 57 anni dopo) per ospitare i Giochi della XXXII Olimpiade. Su queste seggioline dello stadio nel cuore di Shinjuku avremmo dovuto sederci un anno fa, se la pandemia non ci si fosse messa di mezzo. Stanno arrivando i capi di Stato, i parrucconi del Comitato olimpico internazionale, gli atleti che sfileranno. Per ora, a venti minuti dall’inaugurazione dell’Olimpiade più faticosa, contrastata e virale della storia, solo addetti ai lavori e un cono bianco al centro della scena, che raffigura il sacro monte Fuji (di Gaia Piccardi).

Il Corriere ha creato uno speciale con atleti e atlete, calendario, medaglie, storie e risultati in tempo reale: guarda lo speciale Olimpiadi

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