Nessuno usi Falcone e Borsellino per attaccare la riforma Cartabia
Nel libro del 1982 «Tecniche di indagine in materia di mafia», Falcone aveva già tracciato il solco di una cultura processuale di tipo garantistico, «che escludeva scorciatoie probatorie a carattere sociologico». Una linea da cui non si discostò mai, neanche quando i professionisti dell’antimafia lo accusarono di tenere nascoste in un cassetto le prove contro il «terzo livello» politico che avrebbe eterodiretto la cupola mafiosa. Un’entità fantomatica la cui esistenza è sempre stata negata sia da Falcone che da Borsellino, i quali hanno inferto colpi micidiali a Cosa Nostra con un rigore investigativo sconosciuto a troppi magistrati di prima linea che hanno costruito teoremi processuali indimostrabili. E dunque Gratteri, per demolire la riforma Cartabia, ha scelto proprio gli esempi sbagliati. Perché la loro idea di giustizia e il loro stile di indagine sono stati agli antipodi del metodo Gratteri.
IL TEMPO
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