Nel Direttivo della Bce tornano a volare i falchi dell’austerity: segnale d’allarme per Roma

Ma quando si arriva a questi estremi, allora vuol dire che i fattori di divisione sono rilevanti ed é su di essi che bisogna riflettere perché il Consiglio della Bce non cominci a imitare, inconsapevolmente, quanto accade in alcuni organi della politica, pur essendo tutt’altra cosa. Alla fin fine, è la perdurante politica monetaria espansiva che non piace ai «falchi», in primis al presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. Eppure, si tratta di una politica vitale per l’area, ancor più per alcuni Paesi fra i quali il nostro. Al vertice dell’Istituto spetta comunque operare una sintesi che falci l’erba sotto i piedi dei dissenzienti, dai quali, però, va assunto ciò che di apprezzabile è nello loro posizioni. Il voto contrario di giovedì potrebbe essere, altresì, pure un segnale per la riunione di settembre del Direttivo particolarmente importante. Occorrerà, dunque, prepararsi adeguatamente, da parte dei componenti che la sostengono, per il consolidamento della linea deliberata e per prevenire o contrastare un eventuale processo di trasferimento di sensibilità politiche all’interno di una Istituzione che è e deve essere autonoma e indipendente dalla politica e dall’economia.

IL TEMPO

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