Coronavirus e vaccini: incognita ragazzi
Chiara Baldi
Non un dibattito sui vaccini, sulla cui efficacia e non pericolosità la comunità scientifica è unanime, ma un modo per spiegare perché le somministrazioni ai ragazzi tra i 12 e i 17 anni siano importanti per un ritorno alla «vita normale» di una generazione che, forse più di qualunque altra, ha sofferto gli effetti della pandemia. Sul tema è intervenuto ieri anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricordando che i vaccini siano «dovere morale e civico. Soltanto grazie a loro possiamo contenere il virus: il vaccino non ci rende invulnerabili ma riduce grandemente la possibilità di contrarre il virus, la sua circolazione e la sua pericolosità». E sempre ieri è arrivato il via libera della Commissione tecnico scientifica di Aifa per il vaccino Moderna ai ragazzi tra i 12 e i 17 anni, secondo un parere espresso da Ema, perché «i dati disponibili dimostrano la sua efficacia e la sicurezza anche per gli under 20». A favore gli esperti, tra cui il primario di Malattie Infettive del San Martino di Genova, Matteo Bassetti: «Sarà un bene avere un antidoto a disposizione per tutte le fasce d’età: da 0 a 100 anni. Quindi anche per i bambini». Mentre tra i politici infiamma la polemica. Il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato: «Ci sono comunità scientifiche in mezza Europa che dicono il contrario. In altri Paesi i bimbi vengono vaccinati solo se hanno altre gravi malattie». Per Italia Viva, invece, «bisogna fare il possibile per evitare la Dad, soprattutto vaccinare i ragazzi». L’associazione dei presidi si uniforma alla richiesta del Cts di immunizzare 6 ragazzi su 10 prima del rientro a scuola: «Ci sono 4 milioni di ragazzi tra i 12 e i 19 anni, di cui il 60 per cento sono 2,4 milioni. Numeri importanti ma non impossibili per la nostra macchina vaccinale».
La classifica delle Regioni
In
Italia ci sono 4.627.514 ragazzi tra i 12 e i 19 anni (il ministero e
la struttura commissariale non usano la fascia 12-17). La vaccinazione
per questi soggetti è partita a giugno e a oggi ha raggiunto 1.381.383
persone con la prima dose (29,85 per cento del totale) e 683.283 con
seconda dose o monodose (14, 77%). Considerando il ciclo vaccinale
completo, capofila è la Campania con 143.159 (28, 29 per cento dei
506.070 under 20), seguita dalla Calabria con il 20,66 per cento (30.450
seconde dosi su 147.409). Indietro risultano essere invece territori
come la provincia autonoma di Trento che ha completato il ciclo al 4,18
per cento del target, cioè 1.849 doppie dosi su 44.257 persone totali, e
la Valle d’Aosta, che ha inoculato 601 seconde dosi su 9.350 persone
(6,43). Se consideriamo invece la somministrazione della sola prima
dose, in testa alla classifica ci sono le Marche con il 37, 17 per cento
della platea (113. 079 persone). Segue la Calabria, con oltre il 36 per
cento di prime dosi. Tra i numeri assoluti, invece, spicca la Lombardia
che ha fatto 285. 142 prime dosi (35, 89 per cento della platea, che è
di 794. 486 under20) e 81. 920 seconde dosi (10, 31).
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