Riforma giustizia, nove ore di liti. Poi arriva l’intesa. Regime speciale per i reati di mafia
14.40 Cdm sospeso
Si ferma il
vertice a Palazzo Chigi. L’accordo appare lontano. 15.30 Camera
bloccata Con un’ora di ritardo inizia la seduta della commissione
Giustizia. Il presidente grillino Mario Perantoni invia una lettera al
presidente Roberto Fico: «Abbiamo
difficoltà a portare domani in aula il testo». L’ex pentastellato
Coletti è una furia: «Il Parlamento non può fare i comodi del governo».
Seduta sospesa e riconvocata alle 17.
17.00 riparte il Cdm
Palazzo
Chigi cerca la mediazione: «Una soluzione va comunque trovata». 17.30
veti incrociati La riunione del Cdm è infuocata. I 5Stelle restano
intransigenti e comunicano via telefono con Conte. Draghi e Cartabia sono irritati dall’atteggiamento dei grillini perché sospettano che vogliano far saltare il tavolo e affossare la riforma. Giancarlo Giorgetti assume
il ruolo di mediatore: non solo garantisce per tutto il centrodestra ma
ha un ruolo fondamentale di tessitura per raggiungere l’accordo sul
testo.
18.25 via libera al testo
L’intesa c’è. Il Cdm dà il via libera all’unanimità alla proposta di mediazione sulla
riforma del processo penale. Draghi è soddisfatto: «Tutti hanno
rinunciato alle bandierine». La Lega irride i 5Stelle: «Sono a lutto».
19.00 tutti soddisfatti
Conte rivendica di avere impedito «che i processi per mafia e terrorismo
fossero avviati a dissolversi nel nulla». Poi attacca il partito di
Salvini: «Sono molto rammaricato per la forte opposizione della Lega». Luigi Di Maio,
invece, esalta il lavoro di squadra: «Quando si ha un obiettivo comune
si possono raggiungere importanti risultati, e la riforma della
giustizia approvata in Consiglio dei Ministri è un passo fondamentale
che non lascia spazio a rischi di impunità per i reati di mafia e
terrorismo». Anche Enrico Letta gioisce: «L’equilibrio trovato dal
governo rende la riforma della giustizia migliore. Lo avevamo chiesto e
ci siamo spesi per l’accordo fino in fondo». Matteo Salvini,
invece, sferza il M5S: «La riforma del processo penale approvata oggi
in Cdm nonostante le minacce dei grillini è un primo passo». E anche
l’altro Matteo, Renzi, è sulla
stessa scia: «Il caro estinto è la riforma Bonafede, che da stasera non
c’è più. Non si può essere più imputati a vita. La riforma è una piccola
parte, c’è ancora un lavoro lunghissimo da fare, ma ora abbiamo
archiviato la Bonafede». Dello stesso tenore le parole di Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia : «Si segna la fine della riforma Bonafede e del giustizialismo del M5S».
20.30 il calendario
La conferenza dei capigruppo stabilisce che la riforma del processo penale arriverà in aula domenica alle 14. Oggi alle 9,30 si riunirà la commissione Giustizia. Restano da votare i 65 emendamenti di Fratelli d’Italia e Alternativa c’è. I relatori proporranno la riformulazione degli emendamenti già depositati dal governo, inserendo le modifiche dell’intesa. Obiettivo: concludere i lavori in giornata.
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