Conte: “Draghi ascolti i Cinque stelle, il reddito di cittadinanza non si tocca”

Però della legge Bonafede, della cancellazione della prescrizione, rimane ben poco.
«Guardi che è improprio parlare di riforma Cartabia. Perché per buoni due terzi resta la riforma di Bonafede che, contrariamente alle polemiche strumentali, ha sempre avuto l’obiettivo di rendere più efficiente la giustizia penale, assicurando tutte le tutele costituzionali agli imputati. Resta in piedi, infatti, il poderoso piano di assunzioni, mai concepito prima di Bonafede. Sono questi gli strumenti più efficaci per velocizzare i processi. Per il resto, come ho già detto, non è esattamente la riforma che avremmo fatto se fossimo stati da soli».

Resterete comunque al governo anche se vi sfideranno sul Reddito di cittadinanza come annunciato da Renzi e Salvini?
«Mettiamola così: sulla giustizia ci siamo fatti trovare forse un po’ impreparati, perché eravamo in piena transizione e non siamo riusciti a esprimere chiarezza di posizioni. Sul Reddito non ripeteremo lo stesso errore, perché non permetterò nemmeno che si arrivi a metterlo in discussione. Il Reddito di cittadinanza non si discute, al massimo si migliora».

Ma perché restare al governo a ogni costo?
«E’ evidente che il premier e le altre forze politiche devono comprendere che il primo partito in Parlamento risponde agli oltre dieci milioni di elettori che lo hanno votato nel 2018. Ma la responsabilità che ha assunto il M5S appoggiando Draghi non verrà meno in questa fase in cui l’emergenza sanitaria continua e si cominciano a vedere i frutti degli interventi pianificati nel periodo più acuto della pandemia».

Sta dicendo che Pil oltre il 5 per cento è merito del suo governo? Per Renzi è grazie a Draghi se l’Italia ha svoltato.
«Renzi è lesto di parola, ma duro di pensiero, soprattutto economico: la crescita attuale, che sono fiducioso potrà arrivare anche al 6%, in parte è dovuta al rimbalzo più forte per un Paese come il nostro che è stato colpito più duramente dalla pandemia, per il resto è merito delle politiche economiche e degli stimoli fiscali attuati lungo tutto il 2020: un totale di 100 miliardi di espansione, più 4 decreti Ristori e una manovra di bilancio da 40 miliardi».

Sfida un economista come Draghi?
«Non la mettete sul piano della sfida. Lavoriamo tutti per obiettivi comuni. In questi mesi Draghi si è dovuto concentrare sull’emergenza sanitaria e sul piano vaccini. L’unico decreto Sostegni adottato quest’anno deve ancora dispiegare i suoi effetti. Lavoreremo con lui e daremo il nostro contributo alle scelte in materia di fisco, concorrenza e pensioni, determinanti per far correre e tenere coeso il Paese».

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