Mariastella Gelmini: “Salvini leader? Non basta la destra per vincere. Gli insegnanti si vaccinino per evitare la Dad”

Eppure intervenendo a Milano Marittina Berlusconi ha incoronato Salvini leader del centrodestra. Lei come vive il ruolo minore rispetto al predominio della destra?
«Non c’è nessun ruolo minore: mi pare evidente che – a prescindere dai numeri dei sondaggi – a tracciare la strada sia sempre il presidente Berlusconi, sia sempre FI. Siamo stati i primi a sostenere l’esigenza di un governo di unità nazionale e a dire sì a Draghi; non abbiamo mai avuto dubbi sulla nostra collocazione internazionale e sull’importanza della nostra attiva presenza in Europa. Oggi anche la Lega riconosce che il Next Generation Eu e quello che ha fatto la Bce sono stati fondamentali per evitare il tracollo delle economie di molti paesi, fra i quali anche l’Italia. La leadership non è solo questione di numeri. Berlusconi ha proposto il partito unico e ha riconosciuto a Salvini di essere venuto, su molti argomenti, sulle nostre posizioni».

Brunetta ha detto che se Draghi avrà successo non ci saranno più centrodestra e centrosinistra. Anche lei vede questa prospettiva?
«Stimo Brunetta e posso comprendere il senso del suo ragionamento. Tuttavia in questo caso non condivido l’analisi: il governo Draghi sta già avendo successo. Siamo sul podio in Europa perché il nostro Pnrr è fra i migliori; la campagna vaccinale sta andando oltre ogni aspettativa; la crescita nel 2021 potrebbe superare il 5%. Fra due mesi sulle schede per le amministrative ci sarà la coalizione di centro-destra contro la sinistra e i 5S. Vedo una nostra vittoria elettorale, con FI che esercita un ruolo centrale: non si primeggia con la sola destra».

Torniamo ai problemi del governo. Sulla scuola c’è ancora il rischio che i nostri figli tornino in Dad. Il governo ha dato 600 milioni agli enti locali per affrontare il problema dei trasporti locali. L’anno scorso non ha funzionato. Perché dovrebbe funzionare questo settembre?
«Sulla riapertura dell’anno scolastico i ministri Bianchi e Giovannini stanno lavorando alacremente. In settimana riuniremo la conferenza Stato-Regioni per fare il punto. Non deve ripetersi quanto accaduto lo scorso anno. Arriveremo a settembre con oltre 35 milioni di vaccinati e con altri 10 milioni di italiani in attesa della seconda dose. Non rivivremo l’incubo della dad».

Quali regioni passeranno in zona gialla ad agosto?
«Non faccio previsioni, i numeri sono monitorati quotidianamente. A differenza del passato per andare in giallo non basta superare i 50 casi nell’incidenza. Ma occorre che salgano le ospedalizzazioni, in reparto e in terapia intensiva: quest’ultimo dato è difficilmente prevedibile. Per ora i numeri sono sostenibili e possiamo sperare in un agosto in cui il bianco sarà il colore dominante».

L’acquisizione di Mps da parte di Unicredit è diventato un caso politico. Brunetta la considera non sostenibile e chiede che se ne occupi il Cdm. È d’accordo?
«Visto che in Mps sono stati messi soldi pubblici, è opportuno che le decisioni siano condivise in sede di Governo e portate a conoscenza del Parlamento».

Il compromesso sulla riforma della giustizia ha innescato una dura polemica tra Salvini, Conte e Letta. Arriverete al 2023?
«FI e Lega garantiscono la stabilità perché hanno leadership forti. Anche sulla giustizia siamo stati determinanti per archiviare il “fine processo mai” e arginare i tentativi di rimonta dei 5S. Abbiamo ottenuto criteri più stringenti per la riapertura delle indagini, il Parlamento potrà dire la propria sulle priorità dell’esercizio dell’azione penale, ci sono più tutele per gli indagati e abbiamo stoppato la reiterazione infinita delle proroghe. È una riforma più garantista e ci assicurerà le risorse dell’Europa».

Anche FI pensa di rivedere il reddito di cittadinanza?
«Non da oggi. Siamo stati sempre contrari, poi, durante la fase più dura della pandemia, abbiamo responsabilmente abbassato i toni. Ma il problema esiste perché la misura è stata fallimentare e anzi ha disincentivato il lavoro regolare. Dobbiamo piuttosto aiutare le famiglie e superare il dramma della denatalità: bene l’assegno unico, ma magari potremmo pensare di tramutare il reddito di cittadinanza in reddito di natalità, un sostegno economico più pesante dell’assegno unico alle famiglie con figli, in particolare alle giovani coppie».

Lei ha anche la delega alla Montagna in crisi a causa della pandemia. Cosa sta facendo questo governo?
«Le popolazioni montane hanno sofferto moltissimo: la pandemia ha acuito l’isolamento e sottratto lavoro. Così anche le isole, le aree interne del nostro Paese. Stiamo lavorando perché i fondi del Pnrr riequilibrino le diseguaglianze anche fra aree geografiche e, nello specifico, per i territori montani contiamo di arrivare al ventesimo anniversario dalla giornata mondiale della montagna con una legge ad hoc. Le montagne italiane sono una risorsa straordinaria e sono il nostro “green deal”»

LA STAMPA

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