Jacobs e Tamberi: i dieci minuti che ci ricorderemo per sempre

di Marco Imarisio,inviato a Tokyo

Tra le 14.43 e le 14.53 del primo agosto 2021, abbiamo vissuto qualcosa che nessuno poteva immaginare. I due ori più belli e inattesi, siamo l’Italia

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Sono i dieci minuti più belli della storia dello sport italiano.

Tra le 14.43 e le 14.53 del primo agosto 2021, abbiamo vissuto qualcosa che nessuno poteva immaginare. E che adesso racconterà a figli e nipoti.
Noi eravamo quelli che prendevano gli ori negli sport cosiddetti minori
, come se ne esistesse qualcuno con minor dignità degli altri. Noi eravamo quelli che le medaglie si pesano e non si contano, e quindi le porte dell’atletica erano sempre chiuse, perché si aprono solo ai super uomini.

Sembrava una Olimpiade difficile, con le delusioni della scherma e del tiro, con tanti piazzamenti che non sembravano neppure premi di consolazione per la fatica di essere venuti fin qui, a Giochi così strani e duri da vivere per un atleta.

In un attimo è cambiato tutto. E forse questo dovrebbe insegnarci qualcosa sul nostro eterno pessimismo. Sulla nostra costante sfiducia nei nostri mezzi. Con due ori che contengono anni di sofferenza della nostra atletica, anni da brutti anatroccoli che si accontentavano di qualche buona gara.

Due ori che contengono storie di vita pazzesche. Cinque anni fa, Gimbo Tamberi non sapeva neppure se avrebbe potuto ancora correre, non dico saltare, con i legamenti della caviglia sinistra spezzati. Lui è il primo a sapere da quale sofferenza viene, e per questo ha portato con sé in pedana il gesso che gli aveva fatto compagnia per tanti mesi, per non dimenticare.

Lemont Marcel Jacobs, italiano di El Paso cresciuto a Desenzano
, che quasi non parla inglese, è uno schiaffo in faccia a qualunque stereotipo, a qualunque pregiudizio.

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