Ecco a chi servirà la terza dose
Antonella Viola
Serve davvero la terza dose? E a chi? Cerchiamo di fare chiarezza su quello che sappiamo e quello che, invece, possiamo immaginare. Ad oggi, sappiamo che i vaccini sono tutti efficaci nel proteggere dalla malattia grave. Tuttavia, abbiamo anche dati che ci dicono che nelle persone immunodepresse, come per esempio in chi prende farmaci immunosoppressori a causa di malattie o trapianti, le due dosi di vaccino sono poco efficaci. Un largo studio pubblicato a maggio aveva già mostrato come nei pazienti trapiantati e in terapia immunosoppressiva la risposta ai vaccini fosse debole. Recentemente, sulla stessa tipologia di pazienti, un altro studio ha valutato l’efficacia di una terza dose di vaccino Pfizer, dimostrando un miglioramento dei livelli di anticorpi anti-Spike. Del resto, l’esperienza maturata con altre vaccinazioni, come quella anti-epatite B, ci dice che, in questi soggetti che hanno un sistema immunitario compromesso, la terza dose potrebbe essere utile per proteggerli meglio dal Covid19.
In aggiunta alle persone immunodepresse, una dose di richiamo potrebbe essere utile alle persone molto anziane, sia perché con l’età il sistema immunitario fa fatica a montare un’efficace risposta protettiva, sia perché, come ormai sappiamo, il rischio di malattia grave dipende dall’età.
A parte queste categorie particolarmente fragili, ritengo che in questa fase non ci siano dati a sostegno dell’ipotesi di estendere la somministrazione di terze dosi ad altri soggetti. Gli studi che hanno analizzato la risposta immunitaria indotta dai vaccini mostrano una buona attivazione delle cellule della memoria, indicando che la protezione potrebbe durare anni. Naturalmente, le scelte andranno aggiornate sulla base dei dati e, se si dovesse osservare una perdita d’immunità al punto da non essere più protetti dalla malattia severa, si dovrà intervenire di conseguenza. Ma, al momento, non ci sono evidenze che lascino immaginare questo scenario catastrofico. Piuttosto, si dovrebbe valutare la possibilità di effettuare una seconda vaccinazione, omologa o, meglio, eterologa, a chi ha ricevuto il vaccino monodose Janssen. I dati ottenuti con il vaccino AstraZeneca, basato come il Janssen su adenovirus, suggeriscono che un richiamo con un vaccino a mRNA potrebbe stimolare molto bene il sistema immunitario e proteggere meglio dalle nuove varianti.
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