Vaccini, l’accelerazione sui minori. I pediatri: “Coinvolgere i bambini”

Flavia Amabile

Dopo Ferragosto si accelera sulla vaccinazione dei minorenni. I ragazzi tra i 12 e i 18 anni potranno vaccinarsi con Pfizer e Moderna senza dover effettuare la prenotazione: il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo ha scritto una lettera alle Regioni chiedendo una «corsia preferenziale» per questa fascia di età in vista della ripresa della scuola a settembre, con l’obiettivo di immunizzare un milione e 600 mila ragazzi che non hanno neanche una dose. «Sono certa che le Regioni risponderanno positivamente – commenta il ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini -, l’avvio in sicurezza e in presenza dell’anno scolastico è un obiettivo primario». Lombardia, Marche e Liguria sono le prime regioni ad aver assicurato di essere pronte a realizzare la corsia preferenziale chiesta dal governo. Resta l’ultima fascia di età, quella al di sotto dei 12 anni. Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, ha definito «necessaria» l’immunizzazione dei più piccoli, auspicando il via libera a novembre.

Un appello alla vaccinazione dei bambini arriva dalla Società Italiana di Pediatria «in accordo con la American Academy of Pediatrics». In una nota diffusa sui canali social della Sip, i pediatri avvertono che in questo modo «sarà possibile permettere di prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenute da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità». Il riferimento è anche alle notizie dagli Usa, secondo cui sono raddoppiati i casi di infezione proprio nella popolazione pediatrica. In Italia, secondo i dati diffusi a fine giugno dalla Sip, sul totale dei casi positivi il 5,5% dei decessi riguarda la fascia di età 0-9 anni, mentre il 9,6% la fascia di età 10-19 anni. L’appello però ha diviso scienziati ed esperti. «Assolutamente contrario» alla vaccinazione di chi ha meno di 12 anni è Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani. A Sky Tg24 ha spiegato che «nei bambini è statisticamente irrilevante non solo il contagio ma anche la malattia al di sotto dei 12 anni. In questo caso quindi la bilancia rischio-beneficio penderebbe tutta sulla parte del rischio». «Fondamentale», invece, vaccinare anche chi ha meno di 12 anni secondo Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, «perché, con la riapertura delle scuole, la diffusione fra i bambini fa da elemento di diffusione incoercibile. In altre parole, senza aver vaccinato tutta la popolazione, bambini compresi, la possibilità di contenere il fenomeno diventa complicata», ha detto a Sky Tg24.

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