Vaccino Covid ai bambini sotto i 12 anni, pediatri a favore: «È sicuro». Ma c’è chi invoca prudenza

di Margherita De Bac

Vaccino ai bambini, l’Accademia di pediatria Usa esorta gli enti regolatori «a fare presto». Anche in Italia c’è un ampio consenso attorno al vaccino pediatrico. Vaia (Spallanzani): «Aspetterei, la bilancia rischio-beneficio pende dalla parte del primo»

ROMA — Non è ancora stato approvato e non dovrebbe essere disponibile prima dell’autunno. Ma il tappeto rosso di pro e contro sul vaccino anti Covid per bambini tra 0 e 11 anni è già stato steso. Speriamo che il dibattito non ingeneri confusione nei genitori di quei bimbi che saranno l’ultima fascia di popolazione ad avere le dosi. Le agenzie del farmaco, l’americana Fda e l’europea Ema, devono esaminare i dossier per l’autorizzazione.

La variante Delta

L’Accademia statunitense di pediatria, la più prestigiosa al mondo, in una lettera pubblicata il 5 agosto ha esortato gli enti regolatori «a fare presto perché la variante Delta è in piena espansione» e colpisce giovani e adulti, indistintamente. Anche in Italia c’è un ampio consenso attorno al vaccino pediatrico che completa la rosa delle età dopo quello per 12-15 anni.

I casi di Covid nei bambini

Annamaria Staiano, presidente della società italiana di pediatria, professore ordinario all’Università Federico II di Napoli, fa da cassa di risonanza alla voce di tanti colleghi: «Siamo in linea con l’Accademia americana. I casi nella fascia 0-18 anni sono aumentati, negli Stati Uniti i morti tra i minorenni sono 350 dall’inizio della pandemia quindi non parliamo di numeri trascurabili». E in Italia? «Le piccole vittime sono state 12 tra 0 e 9 anni cui si aggiungono altre 16 tra 10 e 18 anni». In generale i sintomi del Covid sono lievi però «i bambini costituiscono i serbatoi delle nuove varianti, sostengono la circolazione del virus». Staiano pensa all’imminente riapertura della scuola che dovrà avvenire in sicurezza: gli scolari tra 12 e 15 anni possono già essere immunizzati, poi toccherebbe a quelli di nido, materne e asilo.

Il calendario vaccinale

Il calendario vaccinale ordinario non è già fin troppo zeppo di scadenze (trivalente, esavalente e le altre profilassi obbligatorie o raccomandate) per incastrare fra i richiami l’ennesimo appuntamento? «Noi suggeriamo un intervallo tra questi vaccini e l’anti-Covid di circa 2 settimane», riferisce le indicazioni della società Sip la professoressa Staiano. È meno assertivo Francesco Vaia, direttore sanitario dell’istituto Lazzaro Spallanzani. Talmente pro vax da essere stato preso di mira anche con messaggi minatori dai no vax. Eppure non è pienamente convinto sull’opportunità di estendere la profilassi ai più piccoli, quando sarà disponibile. Le argomentazioni: «Trovo che la bilancia rischio-beneficio penda dalla parte del primo. I casi di malattia e di eventi gravi tra i bambini sono statisticamente irrilevanti mentre di questo inoculo sappiamo poco. La popolazione pediatrica italiana è in buona salute. Inoltre c’è una valutazione sociale. I bimbi non fanno la vita dei ragazzi. Si muovono poco e stanno con i genitori».

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