Con il reddito di cittadinanza lavorare non conviene
di BRUNO VESPA
“Benedetto il reddito di cittadinanza“. “Maledetto il reddito di cittadinanza”. Mai un provvedimento di carattere socioeconomico ha diviso l’Italia come questo. Salutando i giornalisti prima delle vacanze, Draghi ha detto: “Condivido in pieno il concetto che sta alla base del reddito di cittadinanza. È prematuro dire se verrà ridisegnato, riformato e come cambierà la platea dei beneficiari”. Una lettura serena di questa frase lascia immaginare che il problema esiste. È fuori discussione che tanta gente in condizioni di reale disagio debba prendere una somma che garantisca dignità di vita. Altro è un reddito, sia pure minimo, che tolga dal mercato del lavoro una quantità enorme di potenziali produttori.
Al 30 giugno scorso, i percettori dell’assegno erano 1 milione 850mila con la copertura familiare superiore ai tre milioni di persone. Gli ‘occupabili’ sono un milione 150mila persone. Di questi meno di quattrocentomila si sono dichiarati disponibili a lavorare e meno di quattromila sono ‘tirocinanti’, cioè stanno imparando un mestiere. Le chiamate dei comuni per lavori di pubblica utilità sono rimaste senza risposta. Un signore venuto dal Massachusetts (Mimmo Parisi) per realizzare una meravigliosa piattaforma telematica se ne è tornato a casa senza aver combinato niente. Salvata la parte assistenziale, quella relativa al lavoro è stata un fallimento assoluto.
Le imprese maggiori cercano invano lavoratori specializzati: e qui la colpa è della scuola e di chi per ragioni ideologiche ha declassato e di fatto ucciso l’avviamento professionale. Ma le imprese minori – da Nord a Sud – sono in ginocchio perché non trovano personale facilmente specializzabile e perfettamente coerente con il basso titolo di studio dei percettori di Rdc occupabili: il 72 per cento non è andato oltre la terza media. Chi cerca un cameriere, un commesso, un garzone si sente rispondere: mi paghi in nero? Quasi nessuno è interessato nemmeno a uno stipendio di 1.200 euro, visto che i cinque, seicento euro che dovrebbero aggiungersi al Rdc si guadagnano facilmente con qualche prestazione occasionale non assicurata.
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