Covid, scontro sul vaccino obbligatorio. “Per la polio si fece senza divisioni”

di GIOVANNI PANETTIERE

Manifestazione contro il Green pass
Manifestazione contro il Green pass

La prima vaccinazione di massa obbligatoria nell’Italia unita risale a fine Ottocento, contro il vaiolo, l’ultima è quella anti-epatite B sancita nel 1991. In mezzo le profilassi coatte per la difterite (1939), la poliomelite (1966) e il tetano (1968). D’imporre per legge, invece, il siero per prevenire la malattia da Covid-19 se ne parla tanto, ma poco o nulla si fa. In Parlamento come nel governo. “Eppure la vaccinazione obbligatoria per la pandemia in corso, se si vuole, si può prevedere – chiarisce lo storico della Medicina, Giorgio Cosmacini, 90 anni e tante publicazioni di successo alle spalle –. Non solo esiste una copertura giuridica data dall’art.32 della Carta costituzionale, abbiamo anche dei precedenti storici assolutamente significativi ancor prima della legge sulla polio”.

Da dove partiamo, professore?

“Pochi sanno che alla fine del ’700, nel periodo del dispotismo illuminato, la medicina diventa un’arte di difesa in seguito alla scoperta del vaccino contro il vaiolo. In quel contesto, nella Repubblica italiana napoleonica, prima, nel 1802, si decise d’inoculare gratuitamente la profilassi negli ospedali pubblici, quindi, un paio di anni più tardi, si comminò la dimissione dei sanitari colpevoli di ricusare la vaccinazione. Ben più diretto fu, invece, il segretario di Stato vaticano, il cardinale Ercole Consalvi, che nel 1822, negli Stati della Chiesa, non proprio i più brillanti allora per riformismo e progresso, impose l’obbligo della vaccinazione. Per i genitori inadempienti veniva disposta la multa di cinquanta baiocchi, una cifra non irrisoria”.

Si vede che non c’era una resistenza No-Vax organizzata come oggi.

“Tutt’altro, quella che c’è sempre stata. Nell’Emilia riluttante da sempre verso il potere papalino, dopo il disposto Consalvi, si ebbero veri e propri moti di protesta”.

Corsi e ricorsi storici, dunque, sotto quale comune ideologia?

“Ogni volta che si parla di vaccinazione obbligatoria assistiamo allo scontro fra due mentalità. Da una parte, l’idea libertaria della salute come bene privato sul quale lo Stato non deve mettere mano, dall’altra la concezione della salute come bene pubblico che le istituzioni sono chiamate a tutelare e sulla quale devono vigilare”.

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