Vaccini e Green Pass, la sfida per tornare liberi in modo duraturo
Di fronte al silenzio del governo di allora fu il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a spiegargli che anche noi italiani amiamo la libertà, ma abbiamo a cuore anche la serietà. Oggi il presidente invita a non invocare la libertà per sottrarsi alla vaccinazione perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso la vita altrui, costringendo tutti a limitare la propria libertà, a rinunciare alla prospettiva di una vita normale. Parole semplici, dette da un uomo di una generazione politica che ha sconfitto il terrorismo senza ricorrere a leggi speciali. Bisogna spazzare via l’equivoco, ha scritto Aldo Cazzullo su queste pagine, il confronto non è tra chi difende la libertà e chi la nega. La sfida è tornare liberi in modo duraturo, senza trovarsi di nuovo schiacciati tra le terapie intensive che scoppiano e i decreti di chiusura. Un esempio per tutti: veniamo da due anni di didattica a distanza e i test Invalsi ci hanno rivelato il prezzo altissimo pagato dalla preparazione dei nostri studenti. Nuove chiusure ci precipiterebbero su un sentiero dal difficile ritorno. Il virus ci ha sorpresi anche culturalmente impreparati. Non dimentichiamo che ben prima eravamo scesi sotto la soglia dell’immunità di una malattia che credevamo debellata, il morbillo. A fronte dell’offensiva no vax siamo stati colpevolmente balbettanti, preludio di tante incertezze e divisioni di oggi. L’attività di prevenzione delle forze dell’ordine ci dice che in queste ore una piccola minoranza tenta di mettere in campo contro il green pass manifestazioni violente. E’ importante che questa minoranza sappia che non ci sono ammiccamenti nei suoi confronti.
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