Salvini: “Mi batterò per Quota 100 e nucleare. A Roma ballottaggio Michetti-Raggi”

Così, a occhio, le direi che lei e Bergoglio avete una visione diversa dell’accoglienza.
«Può darsi. Ma io mi sono riletto molti passaggi dei suoi discorsi e non sono così sicuro. E le garantisco che molti sacerdoti hanno condiviso le mie scelte da ministro dell’Interno».

Uscendo dai massimi sistemi, gli afghani vanno aiutati tutti?
«Certamente. Che in Afghanistan si rischi la vita è sotto gli occhi di tutti. Checché ne dicano Letta e Conte. Ovviamente, sull’esempio di Francia e Gran Bretagna, dovremo fare attenzione alle infiltrazioni. Personalmente non avrei neppure chiuso l’ambasciata italiana a Kabul».

Anche Letta e Conte dicono sì a chi scappa dalla guerra.
«Bene. Ma io dico no a chi arriva da Paesi che in guerra non sono. Penso alla Tunisia o al Marocco».

Draghi ha spiegato pubblicamente che il ministro Lamorgese sta facendo un buon lavoro sull’immigrazione.
«Io, confortato dai numeri, penso il contrario. E lo penso anche per quello che riguarda i sequestri, la lotta alle mafie e persino i rave party, per cui siamo diventati lo zimbello d’Europa».

Draghi dissentirebbe.
«Come su Speranza, credo che il premier non possa dire tutto quello che pensa».

In genere lo fa e i numeri sulla sicurezza interna sono rassicuranti.
«Dopo il Covid, ci mancherebbe. Stavano in casa gli imprenditori e gli artigiani, ma anche i criminali. E a me preoccupa l’idea che stia per andare in pensione un terzo del corpo di polizia e noi assumiamo duemila agenti l’anno».
Sa qual è l’impressione?
«No».

Che Draghi vi lasci litigare e poi decida da solo. Più lei, Letta e Conte vi insultate, più lui ha mani libere.
«Faccio un fioretto: di Letta e Conte non parlo più e smetto di rispondere agli insulti. Ma con Draghi troviamo spesso soluzioni comuni. Penso al no al Green Pass per i mezzi pubblici, ai tamponi rapidi e gratuiti, al risarcimento per danni eventualmente subiti dai vaccini e anche alle cartelle esattoriali. Persino sull’ora di ginnastica alle elementari fatta da laureati in scienze motorie, una versa svolta. E conto di trovare un alleato in Draghi anche sul nucleare. Siamo l’unico paese del G8 a non averlo».

Magari è un bene.
«Chi lo pensa è su posizione ideologiche».

Su che cosa d’altro spera di averlo alleato?
«Sulla riforma del reddito di cittadinanza, che costa 8 miliardi e non funziona e su Quota 100».

Quota 100 è morta.
«Quota 100 è viva, costa 400 milioni e io lavoro perché resti anche nel 2022».

Serve a fare debito e non porta lavoro nuovo.
«Falso. Ne parlavo oggi con Colao. Pensi alla digitalizzazione della pubblica amministrazione: meglio avere un venticinquenne che sa tutto dei computer o un sessantatreenne stanco?».

Magari un lavoratore sano grazie ai vaccini e al Green Pass.
«Io ho fatto oggi la seconda dose e sono un po’ fuori fase, ma con la popolazione vaccinata al 73% mi pare difficile dire che gli italiani non abbiano capito come si devono comportare».

Allora perché dice no al certificato allargato e all’obbligo di vaccino?
«Perché le persone si convincono in modo diverso. Gli obblighi spingono alla fuga, i ragionamenti alle scelte giuste. Semplice».

I Guerrieri No Vax non la fanno tanto semplice.
«Io sono per la pace. Per la Green Pax. E non vorrei che sopravvalutassimo certe fazioni».

Certe fazioni oggi sono state arrestate armi in mano.
«Qualunque forma di violenza va stroncata senza se e senza ma, su questo non c’è dubbio».

L’obbligo vaccinale nelle Rsa è giusto?
«E’ giusto».

E’ giusto anche votare otto volte con la Meloni contro il governo?
«Io voto anche per il Pd e i 5 Stelle su cose che condivido. Ma perché non discutiamo del fatto che loro hanno votato per la coltivazione di cannabis in casa? Non mi pare che nel discorso sulla fiducia di Draghi si parlasse di canne».

Lei se n’è mai fatte?
«Mai».

Giuri.
«Giuro. Ma fumavo due pacchetti di Marlboro al giorno».

Senatore come finisce alle amministrative?
«A Trieste vinciamo noi al primo turno. E io non escludo neanche a Torino. Nelle altre città andiamo al ballottaggio. Basta vincere in due città per migliorare rispetto alle ultime amministrative».

Pensa di vincere a Torino. Al primo turno non è mai successo. E neanche al ballottaggio.
«Appunto, sarebbe un risultato storico. Io ci credo. Paolo ha uno splendido programma. A partire dalle infrastrutture».

Grandeur berlusconiana. Magari un po’ eccessiva.
«Vuole archiviare la stagione dei no. E i fondi del Pnrr sono un’occasione irripetibile».

A Roma come finisce?
«Sono molto curioso di capirlo. Credo che vincerà Michetti. Ma tra Calenda e Gualtieri non mi stupirei se a ridere fosse la Raggi».

A Milano chiede di votare per Bernardo, un candidato medico che va all’ospedale con la pistola in tasca.
«Quanta ipocrisia. In Italia c’è un milione e mezzo di persone che ha legittimamente il porto d’armi».

Magari non le portano in corsia dove ci sono i bambini.
«Guardi io l’unica arma che ho avuto è una fionda con cui andavo a giocare nel bosco assieme a mio figlio. E Bernardo è un medico straordinario che di bambini ne ha salvati una caterva».

Avete le liste zeppe di militanti di Forza Nuova e Casa Pound.
«Oh Madonna che noia questa storia».

In Vaticano non dica così.
«Non lo farò. Ma do una notizia ai lettori della Stampa: il fascismo è morto e anche il comunismo. Eventualmente sono appassionanti da studiare sui libri e su Rai Storia».

Non dovrebbe dirlo ai suoi candidati più che ai nostri lettori?
«Il Duce non ritorna. Neanche Stalin. E tanto meno Hitler. Sono tutti dati confortanti».

Senatore, a quanto quota la crisi di governo?
«A zero».

E Draghi al Quirinale?
«Chiedete a lui. A differenza di Letta io non lo tiro per la giacchetta».

LA STAMPA

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