Povero Draghi: oltre ai guai dell’Italia deve badare a quelli della Lega

Altre volte è successo che i congressi dei partiti si sono scaricati sulla quotidianità dei governi. Stavolta sono le contraddizioni della Lega a riversarsi sull’esecutivo. Detta in modo un po’ brutale, il titolo di questa storia non è “la trattativa Draghi-Salvini”, ma “Draghi e la crisi della Lega”, di cui le intemperanze salviniane sono l’epifenomeno. Era prevedibile che un governo che rappresenta la negazione di alcuni cardini identitari del salvinismo – l’europeismo, lo scientismo nel contrasto alla pandemia – ne facesse esplodere le contraddizioni, ed è quel che sta accadendo. Gli industriali del Nord (leggi qui Giuseppe Colombo) sono favorevoli all’obbligo vaccinale, i governatori leghisti (leggi qui Federica Fantozzi) mostrano il Green pass a favore di telecamere, i gruppi parlamentari sono divisi. Raccontano fonti leghiste che proprio questi equilibri interni hanno costretto Salvini a votare oggi sì al Green Pass pur essendo tentato fino all’ultimo dall’idea dell’astensione.

È una situazione di tensione permanente: il partito è diviso, la Meloni ha superato la Lega in termini di voti, Salvini trasmette il nervosismo di chi non ha il controllo della situazione: gira come una trottola, è in costante diretta facebook, dà l’idea di un affannoso inseguimento degli eventi. È uno, per dirla con le fonti interpellate, che “ha sbagliato posizione” dicendo no al Green Pass e ora “fa fatica a ricollocarsi”, anche per una certa testardaggine personale e perché culturalmente incline più al sovranismo che al pragmatismo operoso della Lega del Nord. E quindi? E quindi è chiaro che non si può andare col machete nella cristalleria leghista, perché avrebbe l’effetto di aumentare l’instabilità, non di ridurla. Ma poi si tira una riga perché “è inverosimile che voti contro”, nella misura in cui votare contro il Green Pass significherebbe uscire dal governo e sfasciare la Lega. Ed è il primo a non poterselo permettere, perché non lo reggerebbe. Dicevamo, la politica e i rapporti di forza: Draghi ha bisogno di Salvini, per tutta una serie di ragioni, ma forse il bisogno che Salvini ha di Draghi è maggiore. Non è costo zero, ma tant’è.

L’HUFFPOST

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