Pensioni e Quota 100: ecco tutti i numeri del flop

A Flourish chart
Dettaglia lo studio del Cpi: «Le donne hanno utilizzato meno quota 100: il 28,8% di tutte le domande accolte al 2020 provengono da lavoratrici, mentre il lavoro femminile rappresenta il 42,5% del totale degli occupati». I lavoratori pubblici «hanno utilizzato Quota 100 più di quelli privati: il 30,9% delle domande proviene da dipendenti pubblici, più del doppio rispetto alla loro quota sul totale degli occupati (14%)».
Altro flop, quello del turn-over. «In media per 100 lavoratori andati in pensione ne sono stati assunti solo 40: il tasso di sostituzione è stimato essere stato dello 0,4 in ognuno dei tre anni di applicazione di Quota 100» certifica l’Osservatorio della Cattolica. Al momento del lancio dell’anticipo pensionistico sia Di Maio che Salvini erano invece arrivati ad azzardare un ricambio uno a uno, se non di più. «Col superamento della Fornero ci saranno decine di migliaia di posti di lavoro» aveva proclamato il segretario della Lega. È vero che nel frattempo è esploso il Covid, ma anche in questo caso non si arriva alla metà dell’obiettivo che avevano indicato i due vicepremier del Conte 1. Volendo rigirare la frittata ci si può consolare con l’andamento dei conti: il costo cumulato della proposta iniziale fino a 2028 era pari a 46,3 miliardi (3,7 miliardi nel 2019, per poi raggiungere un picco di 8,3 miliardi nel 2021 e quindi decrescere fino a 1,5 miliardi nel 2028), ma le minori adesioni lo hanno ridotto di un buon terzo (-33,8% nelle stime del Cpi) fermando i conteggi a quota 30 miliardi. Che comunque rappresenta un onere di tutto rispetto. Tant’è che l’Ocse ci ha suggerito di «lasciar scadere Quota 100 per contenere la spesa pensionistica».

LA STAMPA

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